Brutte esperienze in viaggio

Creato il 21 marzo 2016 da Mysocialtravel

Quando si viaggia, purtroppo, non tutto va sempre nel verso giusto. Possono capitare incidenti, furti, brutte esperienze e delusioni. Non ho mai viaggiato da sola ed è questo quello che mi frena. Ammiro moltotutti i viaggiatori solitari ma per ora no, non sono una di loro.

Furti e rapine capitano ovunque, non solo in viaggio, ma quando capitano in un Paese straniero sembrano essere ancora più drammatiche, per il fatto che non si conosce nessuno e non si sa come affrontare il problema.

Non mi è mai capitato nulla che abbia avuto conseguenze gravissime, ma ho pensato lo stesso di scrivere questo post che non vuole essere un invito a non viaggiare o un inno alla paura, anzi, il contrario! Le brutte esperienze possono sempre capitare e chiudersi in casa e non vedere il mondo per paura di qualcosa non ha senso.

Sauna on fire

La peggior esperienza che mi è capitata, a livello emotivo, è successa non chissà dove, ma proprio in Italia. Arrivavo dalla Germania, con la mia “famiglia tedesca” per andare a sciare in Trentino. Dormivamo in un appartamento affittato con Airbnb e il secondo giorno, mentre noi eravamo fuori e la cagnolina dormiva tranquilla in casa, la sauna è scoppiata. Il bagno è andato completamente a fuoco e l’appartamento era del tutto annerito.

Rientrati dalle piste da scii, c’erano parcheggiati davanti la casa polizia e vigili del fuoco. Fortunatamente la vicina di casa, accortasi del fumo, era riuscita ad entrare, portare fuori la cagnolina che era già svenuta, chiamare il veterinario e i vigili del fuoco.

La cagnolina si è ripresa quasi subito e il giorno dopo stava benissimo, dopo tante analisi dal veterinario e varie inalazioni di ossigeno. Veterinario e vigili del fuoco parlavano solo italiano, e io traducevo come potevo mezzo in inglese e con qualche parola in tedesco.

A tragedia conclusa e di ritorno dal veterinario, dovevamo però fare i conti con un altro problema. L’appartamento era completamente inagibile, annerito e con un’aria irrespirabile. Chiamiamo Airbnb, che annulla il pagamento al proprietario. Chiamiamo il proprietario, che invece di comportarsi in modo gentile e aiutarci a trovare un’altra sistemazione, era fuori di sé per la casa bruciata (non per colpa nostra, bensì per un difetto della sauna stessa).

Dopo qualche ora di panico totale, la vicina di casa -l’eroina dell’intera vicenda- ci trova un’altra sistemazione lì vicino. Il giorno dopo, il proprietario era completamente cambiato. Gentilissimo e soprattutto preoccupato perché forse non aveva nemmeno un’assicurazione. 

Insomma, la vicenda si è risolta senza gravi conseguenze ma con una bella dose di dramma e complicazioni nel mezzo. 

Senza più un’identità

Ero a Valencia, Spagna, da poco, nemmeno un mese. Non parlavo ancora spagnolo e quel giorno settembrino, che è rimasto impresso indelebilmente nella mia memoria, mi stavo dirigendo verso l’università, per registrarmi all’ufficio erasmus. Era il 2011, e non possedevo ancora uno smartphone. Come una polla, stavo guardando una CARTINA, per trovare la strada della facoltà di “Filologia, Traduzione e Comunicazione”. Un po’ me la sarò cercata, ma a mia discolpa era un tranquillo e soleggiato mercoledì mattina in una via centrale ma non affollata di Valencia, città che tutti mi avevano descritta come sicurissima e senza pericoli.

Una signora si avvicina, ma non eccessivamente, per chiedermi l’elemosina. Non mi accorgo di niente, e quello che succede dopo è semplicemente questo: cammino un centinaio di metri, scendo gli scalini per prendere la metro, cerco il portafoglio in borsa e non trovandolo, torno indietro sui miei passi. Nel panico, mi ricordo della scena. Trovo un poliziotto, con uno spagnolo a dir poco stentato e il panico nella voce, gli spiego l’accaduto. Chiamo a casa, blocco la carta. Andiamo in centrale, sporgo denuncia. Mi fanno vedere delle foto, e tra i tanti volti rivedo proprio quella signora, la indico. Mi sento rispondere che non ci possono fare nulla, è una gitana e vive per strada, se sono fortunata getterà i miei documenti in qualche cassonetto, se sono fortunata.

Fortunatamente non ero da sola, ad affrontare questa esperienza. Tutti i miei documenti, carta d’identità, patente, tutto, erano in quel portafoglio. Non avevo più nemmeno un euro e non potevo certo andare all’aeroporto e salire su un aereo per tornare a casa, senza documenti.

Il giorno dopo si va al Consolato Italiano a Valencia, esperienza ancora più temibile di essere derubati. Il Consolato apre solo due ore alla mattina, e si occupa solo dei primi dieci arrivati ogni giorno, che devono appostare davanti gli uffici quasi all’alba. Quando finalmente ottengo un’appuntamento con questa impiegata e le spiego l’accaduto, mi viene chiesto un documento, per potermi fare un emergency travel document. Si, proprio un documento! Le dico che tutti i miei documenti erano nel portafoglio. Lei si infuria e mi dice che mi sarei dovuta iscrivere all’AIRE (anagrafe italiani residenti all’estero) e che in quel caso non ci sarebbe stato alcun problema. Le spiego che non mi sarei dovuta affatto iscrivere, in quanto studentessa erasmus. Lei mi dice che non ci poteva fare niente, che non era un problema suo. La cosa finisce male.

Il giorno dopo si ritorna, altra impiegata. Ormai disperata, le ripresento la situazione.  Questa mi dice che non c’è nessun problema, che è una cosa che capita spesso ai turisti che vengono derubati ed hanno bisogno di un documento con validità temporaria, giusto per rimpatriare. Mi dice che serve solo la denuncia del furto e 35€ (!!), perché questo documento lo dovevano spedire con corriere da Barcellona. Una volta arrivato il documento, dovevo partire subito, perché aveva validità soltanto di 48h.

Cosa mi ha insegnato questa esperienza? Farmi il passaporto e portarlo sempre con me in viaggio. Tenerlo a casa o comunque in un posto separato dagli altri documenti. Avere mille occhi per strada, senza esagerare (anche se ho esagerato per qualche anno dopo l’accaduto).

Furti old style: la macchina scassinata

Portogallo, sempre settembre ma dello scorso anno. Sintra. Viaggio itinerante per cui valigie nel bagagliaio il giorno dello spostamento da Lagos a Lisbona. Non avevamo niente di valore con noi eccetto per il laptop e iPhone. Visitiamo Sintra e quando torniamo, apriamo la macchina e dentro il caos. Vestiti (pochi,avevamo solo il bagaglio a mano) e la borsa del pc, con dentro iPhone (spento) e agenda spariti. Poi denuncia. Carabinieri molto rilassati che ci spiegano, tranquilli, come questi furti capitino spesso, soprattutto con le macchine noleggiate (!!). Ci dicono anche che se i ladri verranno rintracciati, verremo contattati, sottolineando come questa possibilità sia inverosimile, ai limiti del ridicolo.

Segue un po di panico cybernetico, il cambiare freneticamente le password di ogni account, le preoccupazioni e le congetture più disparate su possibili furti d’identità. La tristezza per aver perduto la mia amata agenda, sulla quale scrivevo tutto, ma proprio tutto. Infine, anche un pochino di sollievo perché la sera prima di partire avevo salvato tutti i dati sul disco esterno. Aver perso tutto il mio lavoro, tutte le foto, quello sarebbe stato il vero dramma!

Potrei concludere il post dicendo che tutte queste esperienze alla fine mi hanno insegnato qualcosa. No. Meglio che non succeda nulla di brutto, ma, purtroppo, queste cose succedono, in viaggio o no! L’unica cosa da fare è cercare di non prendersela troppo e prendere le cose come vengono.


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