A quanto pare la Commissione Europa intende denunciare l'Italia alla Corte di giustizia Ue per il mancato recepimento della direttiva 2010/63 che regolamenta lo svolgimento di test scientifici sugli animali, prospettando una multa da oltre 150 mila euro al giorno. Lo scorso giugno l'esecutivo comunitario aveva già lanciato un primo avvertimento alle autorità italiane emettendo un cosiddetto 'parere motivato', ultimo stadio della procedura d'infrazione prima del deferimento alla CorteLa direttiva 2010/63 contiene una serie di vincoli molto più ristrettivi che dovevano essere applicati in Italia con una legge definitiva, attesa entro il 2013. Secondo le informazioni raccolte a Bruxelles, il nostro Paese è oggi l'unico tra i partner Ue a non aver ancora recepito la direttiva: la data limite per la sua introduzione nel diritto nazionale era fissata per il 10 novembre 2012, mentre il primo gennaio 2013 è scaduto il termine ultimo per la sua applicazione.Ovviamente ci sono state molte polemiche perché l'introduzione di questi provvedimenti segnerebbe la fine di molti studi di biomedicina e farmacologia. Infatti il testo del decreto legislativo - il 587 del 2012 - destinato a recepire la direttiva europea, dopo essere passato dalla Camera, è ancora fermo al Senato e tutto il suo iter è stato finora condizionato dallo scontro apertosi tra chi, con in testa Michela Brambilla, ritiene insufficienti le tutele previste per gli animali e chi sottolinea la necessità di poter utilizzare delle cavie per testare farmaci e altri prodotti potenzialmente pericolosi per la salute umana.
A quanto pare la Commissione Europa intende denunciare l'Italia alla Corte di giustizia Ue per il mancato recepimento della direttiva 2010/63 che regolamenta lo svolgimento di test scientifici sugli animali, prospettando una multa da oltre 150 mila euro al giorno. Lo scorso giugno l'esecutivo comunitario aveva già lanciato un primo avvertimento alle autorità italiane emettendo un cosiddetto 'parere motivato', ultimo stadio della procedura d'infrazione prima del deferimento alla CorteLa direttiva 2010/63 contiene una serie di vincoli molto più ristrettivi che dovevano essere applicati in Italia con una legge definitiva, attesa entro il 2013. Secondo le informazioni raccolte a Bruxelles, il nostro Paese è oggi l'unico tra i partner Ue a non aver ancora recepito la direttiva: la data limite per la sua introduzione nel diritto nazionale era fissata per il 10 novembre 2012, mentre il primo gennaio 2013 è scaduto il termine ultimo per la sua applicazione.Ovviamente ci sono state molte polemiche perché l'introduzione di questi provvedimenti segnerebbe la fine di molti studi di biomedicina e farmacologia. Infatti il testo del decreto legislativo - il 587 del 2012 - destinato a recepire la direttiva europea, dopo essere passato dalla Camera, è ancora fermo al Senato e tutto il suo iter è stato finora condizionato dallo scontro apertosi tra chi, con in testa Michela Brambilla, ritiene insufficienti le tutele previste per gli animali e chi sottolinea la necessità di poter utilizzare delle cavie per testare farmaci e altri prodotti potenzialmente pericolosi per la salute umana.
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