(Prima parte - le persone)
È tempo di bilanci... Di ritorni, di partenze, di arrivi, di separazioni, di ricongiungimenti, di sentimenti che si aggrovigliano lì da qualche parte in fondo all'anima, di paure che scavano profondità inaccessibili, di già vissuto e di completamente nuovo, di energie positive e di scoraggiamento, di stanchezza e di forza.
Come sempre quando la mia strada si sofferma per un tempo più o meno lungo in un luogo, quello che mi porto via sono innanzitutto le emozioni che le persone mi hanno regalato e quelle sensazioni che per sempre rimarranno legate a quel luogo. A queste persone dedico la prima parte del post bruxellese.
Non dimenticherò le cene per sperimentare posti nuovi, le ricerche dei concerti su Agenda.be, le lunghe chiacchierate, il senso di intimità arrivato così facilmente, l'abbraccio commosso di martedì pomeriggio, la certezza di aver aggiunto un'altra tesserina al puzzle della propria vita.
Non dimenticherò le colazioni della domenica al Sablon, le passeggiate in Rue du Midi esplorando i numerosi second hand bookstores, i giri al mercato delle pulci di Les Marolles, i pranzi con gli altri colleghi durante i quali parliamo solo tra di noi, gli umori altalenanti, quell' "I'll miss you" sulla porta dell'ascensore in chiusura.
Non dimenticherò la sorpresa e la bellezza di scoprire che, nonostante le differenze linguistiche e culturali, i momenti difficili, la brevità e finitezza del tempo a disposizione, l'amicizia e la sintonia arrivano inaspettate e sempre intense.
Parte del merito è di questa città strana, in apparenza ostile e non certo attraente, ma ricca di quella ricchezza speciale che solo le cose piccole e invisibili possono dare. Ma... di questo vi parlerò nel prossimo post, offrendovi la mia personale guida alla città, alle cose che mi mancheranno e che non potete assolutamente perdere.