Salah Abdeslam, ferito leggermente ad una gamba nel blitz della polizia di Molenbeek che ha portato al suo arresto, è stato dimesso dall’ospedale dove era stato trasferito ieri pomeriggio. Lo ha riferito un portavoce dell’ospedale Saint-Pierre, secondo cui ha lasciato la struttura di Bruxelles anche il complice di Abdeslam, Amine Choukri, pure lui rimasto ferito nell’operazione. Secondo quanto riferito dal sito della “Derniere Huere”, poco prima della conferma del portavoce erano state viste uscire dall’ospedale due ambulanze scortate da numerose auto della polizia. I due uomini dovrebbero essere trasferiti negli edifici della polizia giudiziaria federale per essere interrogati, mentre entro domani dovrebbero comparire davanti ad un giudice istruttore.
Bruxelles, terrorismo: dopo la cattura Salah lascia l’Ospedale. Attesa per l’interrogatorio, la Francia vuole estradizione. E’ finita dove tutto è cominciato, a Molenbeek, la grande fuga del ricercato n.1 d’Europa, Salah Abdeslam, unico superstite dei terroristi degli attentati di Parigi. Catturato vivo dalle forze speciali, che gli hanno sparato a una gamba per bloccarlo mentre cercava di fuggire. Ricoverato assieme al complice Amine Choukri, Salah ha poi lasciato l’ospedale di Saint-Pierre a Bruxelles. I due dovrebbero essere trasferiti nel carcere di Bruges, dove c’è una sezione speciale per i terroristi. Salah sarà ascoltato dagli inquirenti prima di comparire davanti al giudice.
Dopo la sparatoria di Forest, dunque, tutto è precipitato, e insieme a lui è caduto nella ragnatela degli inquirenti anche un altro complice con falsi documenti che era già stato intercettato in sua compagnia in Germania. Più le tre persone della famiglia dell’appartamento in rue des Quatre-Vents in cui si era nascosto. Ad annunciare ufficialmente “la cattura del secolo” sono stati il premier belga Charles Michel e il presidente francese Francois Hollande insieme, a siglare la ritrovata cooperazione dopo le tensioni ma, soprattutto, il sospiro di sollievo tirato sia a Bruxelles che a Parigi.
La svolta è arrivata, inaspettata, martedì quando la polizia ha suonato, senza saperlo, alla “porta giusta” dell’appartamento della rue du Dries a Forest: era proprio in quell’abitazione che doveva essere vuota che si nascondeva Salah Abdeslam insieme ai due uomini che, sotto falsa identità, sono stati coinvolti nella logistica degli attentati di Parigi. Mohamed Belkaid, il 35enne algerino rimasto ucciso dai tiratori scelti, non era infatti nient’altro che il ricercatissimo sotto falso nome di Samir Bouzid che Salah era andato a recuperare in auto in Ungheria, dove era probabilmente arrivato mimetizzato in mezzo ai migranti siriani. Controllato in Austria insieme a Salah e un altro uomo sotto il falso nome di Soufiane Kayal, è anche la persona registrata dalle telecamere di sicurezza in un’agenzia della Wester Union fuori Bruxelles da cui partì il versamento da 750 euro ad Hasna, la cugina di Abdellahmid Abaaoud, prima del raid a Saint-Denis. Il secondo fuggitivo arrestato, dalle false identità di Monir Ahmed Alaaj alias Amine Choukri, anche lui leggermente ferito, era stato controllato in Germania insieme a Salah il 3 ottobre scorso. E le sue impronte sono state trovate anche nella casa nascondiglio di Auvelais. Nell’appartamento di rue du Dries sono stati ritrovati un falso passaporto siriano a nome di Monir e una falsa carta d’identità belga a nome di Amine.
I segnali che il cerchio si stesse chiudendo sono cominciati ad arrivare con le prime fughe di notizie sulla stampa del ritrovamento delle impronte di Salah, forse su un bicchiere, nell’appartamento di Forest, e sull’identità dell’algerino. Appena dopo le 16 a Molenbeek si sono sentiti sparare i primi colpi, le teste di cuoio sono entrate in azione e l’isolato intorno alla rue des Quatre-Vents è stato chiuso. Le forze speciali hanno deciso di anticipare l’operazione di un giorno, per non perdere di nuovo le tracce di Salah. A tradirlo una telefonata, dopo la fuga dai tetti di Forest, a una persona che da mesi era stata messa sotto sorveglianza. E, forse, anche una soffiata stamattina alla polizia da un “amico”. Tre perquisizioni, granate lacrimogene, spari, poi Salah in giubbotto e cappellino bianco “neutralizzato” sul marciapiede mentre tentava la fuga. E l’incubo finisce. “I miei pensieri vanno alle vittime del 13 novembre, perché Salah Abdeslam era direttamente legato alla perpetrazione e all’organizzazione” degli attentati a Parigi, e “molte famiglie attendevano” questo momento, ha detto Hollande. Spenti quindi i rancori con il premier belga Charles Michel, con cui ha sottolineato “l’intensa cooperazione”. Ma, ha avvertito il presidente francese, la sua intenzione è chiedere l’estradizione di Salah in Francia. La lotta al terrorismo continua. Anche perché molti altri responsabili degli attentati di Parigi, tra cui Mohamed Abrini, sono ancora a piede libero. (ANSA)