Brynden Rivers e i Targaryen

Creato il 28 maggio 2013 da Martinaframmartino

Vi avviso fin dall’inizio: questo è un articolo contenente spoiler. Qualche giorno fa, leggendo un capitolo del Dominio della regina, mi si sono rizzati i capelli. Ma quanto è complicato George R.R. Martin? Quanti indizi semina fra le pagine delle Cronache del ghiaccio e del fuoco per vedere se noi ce ne accorgiamo? Gli spoiler comprendono un capitolo dei Fuochi di Valyria e il racconto Il cavaliere errante, che potete leggere nell’antologia I re di sabbia.

In molti reputano A Feast for Crows (Il dominio della regina e L’ombra della profezia) un libro inutile. Mi pare che lo pensino soprattutto quelli che, come me, hanno dovuto aspettare cinque anni per passare da A Storm of Swords (Tempesta di spade, I fiumi della guerra, Il portale delle tenebre) al suo seguito.

Dopo tutto quello che è successo in A Storm of Swords il ritmo è sembrato fiacco, e molti personaggi mancavano dalla storia. L’assenza dei vari Jon, Daenerys, Tyrion, Bran e anche Davos è stata dovuta fondamentalmente a una difficoltà tecnica: troppi personaggi e troppe storie da portare avanti. Avete visto quanto è lungo A Dance with Dragons? Già Feast è un romanzo lungo se parliamo di opere non fantasy, Dance è enorme rispetto a qualsiasi genere. Tutte quelle vicende non potevano assolutamente stare in un libro solo, perciò Martin le ha divise in due parti. Avrebbe potuto fare una divisione cronologica e narrare pochi capitoli per ciascun personaggio, ma aveva ben presente Robert Jordan. In quanti si sono lamentati per l’eccessiva lentezza del decimo romanzo della Ruota del Tempo, Crocevia del crepuscolo? Lì tutti i capitoli iniziavano lo stesso giorno, e procedevano di pari passo per ciascun personaggio. Ma, tranne che per uno di loro, la situazione si è evoluta ben poco. Alla fine tutti erano più o meno dove si trovavano all’inizio. Letto col senno di poi si vede che si preparano un bel po’ di cose che daranno i loro frutti in seguito, ma i fan si sono lamentati parecchio e fra Crocevia del crepuscolo e La lama dei sogni sono passati solo due anni, non cinque. Martin ha provato un’altra strada, far andare avanti solo alcuni personaggi per farli camminare di più. Anche questo non è stato gradito, ma Martin ha un altro handicap: è lento a scrivere. Cinque anni per il quarto romanzo, sei per il sesto sono sufficienti a far passare la pazienza quasi a chiunque. Non a me, sono altre le cose che non sopporto. Per esempio io divento isterica se mi si mette fretta, quindi non vado certo a mettere fretta a nessuno.

La suddivisione geografica ha senso: viste le oggettive difficoltà di comunicazione spesso le vicende di alcuni personaggi sono davvero slegate da quelle di altri e quindi si possono separare. Ed era importante non continuare a rimandare l’inserimento di determinate trame, come quanto avviene a Dorne. Amo Androl anche se compare molto tardi nella Ruota del Tempo, ma inserire qualcuno molto in fondo è rischioso perché i lettori potrebbero ritenerlo un personaggio marginale ed essere tentati di saltare i suoi capitoli, e questa è la morte della lettura. Dorne andava inserito, non si poteva aspettare ulteriormente, anche perché la Vipera Rossa fa una comparsa breve ma fondamentale nel Portale delle tenebre. La sua vita e la sua morte influenzano gli eventi successivi, e i Martell non possono più essere lasciati fuori. Personaggi poco noti come protagonisti e, fra quelli noti, alcuni dei meno amati. A me Brienne piace ma molti l’hanno trovata noiosa. Cersei continuo a odiarla, e mi sa che è un sentimento condiviso dalla quasi totalità dei lettori. Jaime… ecco, lui ha avuto un’evoluzione sorprendente nei romanzi, ma non tutti lo amano e spesso sembra rimanere un po’ al margine degli avvenimenti.

In A Storm of Swords abbiamo avuto una quantità incredibile di avvenimenti. Quanti personaggi sono morti? Quanti fra quelli che odiavamo o amavamo? Quanti rivolgimenti ci sono stati nella politica e sui fronti di guerra nei Sette Regni? Quante fughe, quanti cambi di condizione? Ora serve un po’ di tempo per assestarsi prima di ripartire alla grande, e questo calo nel ritmo non è stato gradito.

Avete mai visto un esercizio di pattinaggio artistico? Ci sono parti tecnicamente difficilissime, salti, trottole, combinazioni di passi, alternate ad altre dal ritmo più lento. Servono all’atleta per rifiatare, perché non reggerebbe tutto il tempo del programma a saltare in continuazione, ma servono anche da un punto di vista artistico e interpretativo, per costruire una storia. Se l’unica cosa importante fossero i salti basterebbe fare esercizi di un minuto, composti solo da rincorsa e salto, rincorsa e salto. Avete idea di quanto ci annoieremmo? Possiamo ammirare Patrick Chan quando fa le sue combinazioni con salto quadruplo, ma allo stesso modo rimaniamo incantati quando parte con quelle sequenze di passi intricatissime. Anzi, io preferisco i passi ai salti. E nella lettura mi piace la costruzione della storia, anche se certe sequenze d’azione mi lasciano senza fiato. Perciò A Feast for Crows è più lento rispetto al precedente, è privo di alcuni personaggi che amo ma è comunque importantissimo.

Ok, ora passo alla fase spoiler vera e propria, anche se pure più su qualcosa l’ho detta. Il dominio della regina, pag. 270:

“Egg aveva anche svuotato le segrete, in modo che non dovessi pronunciare il giuramento da solo. Li chiamava la mia guardia d’onore. Uno di loro era nientemeno che Brynden Rivers. In seguito, fu scelto come lord comandante.”

“Corvo di sangue?” aveva esclamato Daeron. “Conosco una canzone su di lui: Mille e un occhio si chiama.”

Ora facciamo un passo indietro e contestualizziamo la frase. Chi sta parlando è mastro Aemon dei guardiani della notte, nato Aemon Targaryen. L’albero genealogico dei Tararyen è bello complicato, e questo crea qualche piccola difficoltà. Un riassunto lo possiamo trovare nel Regno dei lupi alle pagine 108-110.

Partiamo da Daeron II, per i sovrani più vecchi aspetteremo The World of Ice and Fire, quando Martin si degnerà di pubblicarlo. Regna dal 184 al 209, poi muore nella Grande epidemia di primavera.

Daeron ha quattro figli. Il maggiore, Baelor Lancia Spezzata, muore in un incidente di torneo. Però se lo volete vedere all’opera, e capire perché sarebbe stato un grande re, dovete leggere il racconto Il cavaliere errante. In commercio si trova nell’antologia I re di sabbia, ma è stato pubblicato anche nel volume fuori catalogo Legends II e ne è stata realizzata la versione in forma di graphic novel con il titolo The Hedge Kinght. Il cavaliere errante. Anche se non siete amanti dei fumetti se le Cronache vi piacciono secondo me le due graphic novel di The Hedge Knight vanno acquistate. I disegni sono fatti bene, la sceneggiatura pure e la gran quantità di didascalie permette di capire anche i retroscena e non di seguire solo le avventure. Si svelano molte cose importanti. Per me sono opere fondamentali, anche se io ho pure i racconti in lingua originale e ovviamente mi affretterò a comprare le loro traduzioni quando Mondadori realizzerà quel libro che sta progettando. Poi se volete potete anche dire che sono fanatica visto che ho ordinato il secondo volume della graphic novel basata sulle Cronache e il primo non mi era piaciuto…

Alcune cose fondamentali sono dette nei romanzi, ma la lettura dei racconti è illuminante e non solo perché è un piacere leggere quelle storie. Non è più un libro di storia dei Sette Regni ma la vicenda reale di personaggi vivi. Ci preoccupiamo per Dunk e i personaggi che lo attorniano, e Baelor non è solo il figlio maggiore che muore in un incidente di torneo. Fra l’altro ora per Martin le cose si stanno facendo complicate. In quei racconti avvengono molte cose importanti per la saga, ma se Martin svela troppe cose nella saga poi toglie la suspance dai racconti. È un filo sottile quello sul quale deve camminare.

Baelor ha due figli, Valarr e Matarys, ma entrambi muoiono nella stessa pestilenza che ammazza il nonno Daeron II e buona parte della popolazione di Approdo del re (della morte si parla nel Regno dei lupi a pagina 108, i nomi sono specificati nei racconti). Valarr ha a sua volta due figli ma considerando che Baelor è morto a 39 anni e Valarr due anni dopo rispetto al padre i suoi figli, se anche sono sopravvissuti, erano bimbi molto piccoli e il regno aveva bisogno di un sovrano.

Il sovrano in questione è Aerys I, secondo figlio di Daeron II e fratello minore di Baelor Lancia Spzzata. Aerys regna per dodici anni, fino al 221, ma dal suo matrimonio con la sorella Aelinor non nascono figli. Al momento non sappiamo coma sia morto.

Il terzo figlio è Rhaegal, che nel Cavaliere errante (I re di sabbia pag. 289) viene definito pazzo, malaticcio e remissivo. Suppongo che il Concilio ristretto abbia deciso che sarebbe stato meglio scegliere qualcun altro come re.

Rimane il quartogenito, Maekar, che ha regnato dal 221 al 233 come Maekar I. Maekar muore nel corso di uno scontro con un lord fuorilegge (Il regno dei lupi pag. 109).

Ha quattro figli, ma due muoiono prima di lui. Il maggiore è Daeron, che muore a causa di una malattia trasmessagli da una prostituta lasciandosi dietro solo una figlia demente (Il regno dei lupi pag. 109). Il secondo è Aerion, vanitoso e crudele, che si autoelimina da ogni discussione dinastica bevendo un’ampolla di Altofuoco. Lui era convinto che si sarebbe trasformato in drago, i Sette Regni hanno tirato un sospiro di sollievo per l’effettiva trasformazione avvenuta. Ha un figlio piccolo, ma i lord optano per un altro sovrano. Vai a sapere che la pazzia è ereditaria…

Il terzo figlio è Aemon, il maestro amico di Jon nei Guardiani della notte. Qualcosa della sua storia l’apprendiamo nel Grande inverno a pagina 281, qualcosa sempre in quelle tre pagine del Regno dei lupi che sto citando fino alla nausea, e altre cose sono sparse qua e là.

Il figlio successivo è Aegon, quello che regnerà come Aegon V l’improbabile, quarto figlio di un quarto figlio. Ci sono anche due sorelle più giovani ma al momento non c’importi nulla di loro e spero ardentemente che Martin non tiri fuori i loro discendenti altrimenti finisce che non ci capisco più nulla.

Aegon ha quattro figli. Del terzo non sappiamo nulla, nemmeno se è maschio o femmina. Il quarto è una femmina, Rhaelle. Suo marito sarà un Baratheon, suo figlio quello Steffon Baratheon padre di Robert, Stannis e Renly (L’ombra della profezia pag. 213). Ecco da dove, quando vogliono far finta di essere sovrani legittimi, i Baratheon si proclamano discendenti dei Targaryen.

Passiamo ai figli maggiori, i maschi. Il primo è Duncan the Small, che non so se stia per “piccolo” o “giovane”. Rinuncia alla corona assecondando il suo amore per Jenny di Vecchie Pietre e sposandola. La citazione precisa la devo ancora trovare, intorno a me ci sono tanti di quei libri che spesso perdo il filo e il segno. Per esempio Jenny viene citata a pagina 272 dei Fiumi della guerra e a pagina 387 dei Guerrieri del ghiaccio. A quante cose bisogna prestare attenzione leggendo questa saga? Giuro, pensavo di dedicare molto meno spazio e tempo all’albero genealogico, e la cosa mi è un po’ scappata di mano.

Alla morte di Aegon V il trono va al suo secondo figlio, Jaehaerys II, e se Martin inventasse nomi un po’ più facili da scrivere io sarei più felice. Il figlio di Jaeh-come-si-chiama è Aerys il Folle, e con la ribellione Baratheon arriviamo al tempo presente delle Cronache. Ora devo andare più in su e capire perché mi sono impelagata in questo discorso.

“Egg aveva anche svuotato le segrete, in modo che non dovessi pronunciare il giuramento da solo. Li chiamava la mia guardia d’onore. Uno di loro era nientemeno che Brynden Rivers. In seguito, fu scelto come lord comandante.”

“Corvo di sangue?” aveva esclamato Daeron. “Conosco una canzone su di lui: Mille e un occhio si chiama.”

Ecco, avevo citato questa frase. Chi parla è Egg, ma se avete letto sia Il cavaliere errante che i romanzi sapete che Egg e Aegon l’improbabile sono la stessa persona. Non mi pare che Brynden Rivers sia citato nel Cavaliere errante, ma certo è una presenza importante nel passato dei Sette Regni. Ancora più indietro nel passato rispetto ai racconti c’è la ribellione Blackfire, e anche questa sarebbe da rivedere. I discendenti degli sconfitti, fra l’altro, sono importanti per la trama di Daenerys. Se non avete letto i racconti e non conoscete l’inglese compratevi almeno The Hedge Kinght II. Spada giurata. Nel racconto le cose sono spiegate meglio, ma davvero è importante capire cosa è successo in quel periodo tumultuoso. E poi è una lettura molto bella.

Va bene, Brynden è uno dei figli illegittimi di Aegon IV, il papà di quel Daeron II dal quale ho iniziato tutte le discussioni sull’albero genealogico.

Nella ribellione Blackfire Brynden si schiera dalla parte del fratellastro Daeron, che vince. Nel corso di una delle tante battaglie perde un occhio. Queste sono cose dette nei racconti ma visto che Brynden compare solo come figura citata da altri o come personaggio molto marginale non vi sto facendo particolari spoiler. La trama di The Sworn Sword e The Mystery Knight verte su tutt’altro. Brynden è stato per un certo periodo Primo cavaliere del re. Ha servito in questo ruolo certamente durante il regno di Aerys I e durante parte di quello di Maekar I. E poi cos’è successo?

Brynden non era amato, leggere The Sworn Sword per credere. Comandava una rete di spionaggio notevole, sospetto potesse dare lezioni al Ragno tessitore. “Quanti occhi ha lord Bloodraven?” chiedono a Egg nella graphic novel. E Bloodraven è un soprannome di Brynden Rivers,, che è privo di un occhio. Egg risponde che “ne ha uno” e gli avventori della locanda che gli avevano fatto la domanda ribattono ridendo che ha “mille occhi e uno” e che “uno di loro è su di te”.

Brynden è stato imprigionato per un qualche motivo che scopriremo nei racconti. Quando Aegon succede al padre Aemon va alla Barriera per diventare un Guardiano della notte. Ne ha avuto abbastanza delle guerre fratricide e vuole essere assolutamente sicuro che nessuno decida di usarlo come pretesto per una nuova guerra visto che, essendo lui il terzo figlio e Aegon il quarto, avrebbe maggiori diritti al trono. Si toglie dal gioco. Aegon a sua volta decide di donargli diversi nuovi confratelli graziando diversi prigionieri che languiscono in carcere. Uno di loro è Brynden Rivers, che in seguito diventerà Lord comandante. Perché Brynden era stato incarcerato da Maekar? Come mai a un certo punto non è più lui il Lord comandante dei Guardiani della notte? Mistero.

Ma anche se non conoscete i racconti pure voi, se avete letto I fuochi di Valyria conoscete Brynden Rivers. Avete presente il tizio incontrato da Bran oltre la Barriera? E non mi riferisco a Manifredde.

“Perfino io un tempo ebbi una madre, e il nome che mi diede tenendomi al seno era Brynden” confida l’ultimo essere verde (pag. 170). Bran ricorda di avere uno zio che si chiama Brynden, e il Pesce nero è un Tully. Nel territorio dominato dai Tully i figli illegittimi si chiamano Rivers, perciò il nostro Brynden Rivers proviene per parte materna dal territorio che si trova sotto il dominio di Delta delle Acque. La mamma, suppongo, sia lady Melissa Blackwood, anche se come sempre Martin è oscuro e lascia a noi il compito di fare i collegamenti. La fanciulla in qualche modo ha attirato le attenzioni di Aegon IV il Mediocre (benedetti soprannomi che ci aiutano almeno un po’ a distinguere tutti questi personaggi che hanno lo stesso nome) e si è ritrovata a sfornare un bebè, il nostro amico Brynden Rivers. Melissa viene citata a pagina 24 della Danza dei draghi, ma visto che sono solo chiacchiere senza (almeno per ora) influenze sulla trama e ci vuole un po’ per capirne il significato non considero questo riferimento uno spoiler.

E, come suggerisce il nostro amico albero, “forse è a tuo zio che hanno dato il mio nome. Alcuni lo portano ancora”, segno che Brynden l’albero un tempo doveva essere stato un uomo molto noto. Magari il primo cavaliere del re. Certo lui era un lord visto che questo titolo gli è dato molte volte in quel capitolo. Foglia spiega che Brynden “è vissuto oltre la sua durata mortale”, e infatti al momento dell’incontro con Bran dovrebbe avere 125 anni. In più “ha mille occhi e un occhio”, affermazione che se giustificata dal fatto che lui può vedere attraverso gli occhi degli alberi, si richiama comunque direttamente al vecchio detto su di lui. Lo stesso Brynden afferma di aver guardato Bran “con mille e un occhio” (I guerrieri del ghiaccio pag. 237). E, se ci fossero dubbi, lui è stato un Guardiano della notte visto che all’interrogativo di Bran sul fatto che lui sia il corvo con tre occhi Brynden risponde “«Un corvo?» (…) «Un tempo, aye. Abiti neri e sangue nero»” e che “I suoi vestiti, marci e sbiaditi, macchiati di muschio e bucherellati dai vermi, un tempo erano stati neri”.

Va bene, ora sappiamo chi è che incontra Bran, anche se informazioni fondamentali sulla vita del personaggio ci mancano. E sappiamo che l’albero genealogico dei Targaryen è complicatissimo, direi da mal di testa, e che Martin sparge le informazioni dappertutto. Anche la scena apparentemente più innocua può nascondere qualche importante indizio, e spesso le cose sono dette in modo così frammentario che è un’impresa riuscire a mettere insieme il tutto. E poi c’è ancora chi si stupisce perché lo zio George è lento a scrivere.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :