1964
Francia
Regia: Alexandre Astruc
Soggetto: Edgar Allan Poe
Sceneggiatura: Alexandre Astruc
Esempio che dimostra la qualità delle produzioni televisive di qualche decennio fa, meritevoli non solo nel Bel Paese, ma anche in altre zone d'Europa, in questo caso parliamo di Francia, con la Radio-Télévision Française (RTF).
Le trasposizioni filmiche di Poe sono centinaia, versioni de Il pozzo e il pendolo sono nate più volte, con quella di Roger Corman (1961) a fare la parte del leone; questo mediometraggio, però, non ne esce sconfitto, e punta tutto sulla massima fedeltà. Complice d'essa è la presenza di narratore omodiegetico, il protagonista, proprio come nel racconto, e le parole sono le stesse del testo, riportate sotto forma di pensiero.
Senza scendere nel dettaglio di una trama generalmente conosciuta, notiamo come la prima parte, quella del prigioniero trasportato nell'antro di tortura, fa un uso pregevole di carrellate, proprio dove i movimenti materiali e i differenti stati emozionali sono più accentuati, mentre nella seconda, quando la vittima è segregata, Astruc si sbizzarrisce con i campi fissi, tanto a testimoniare l'immobilità, quanto la variazione di pensieri. Poi, personalmente, leghiamo il bianco e nero alle atmosfere "poeniane" maggiormente del colore e, nota curiosa, la narrazione in francese non stona, causa l'uso abbastanza intenso che l'autore di Boston faceva di quella lingua.
Musiche e canti apparentemente liturgici (di Antoine Duhamel) e suoni ben in evidenza, rimbombanti come nella mente del personaggio, fanno da cornice ad un lavoro pulito, adatto a dar l'idea del mondo dello scrittore. Il regista tornerà nuovamente su di lui con Histoires extraordinaires: La chute de la maison Usher, sempre per la TV, nel 1981.