Giorgia, la protagonista di “Buenos Aires 22“, lo splendido romanzo di Benedetta Tomasello, è una ragazzina diversa la tutte le altre. Una ragazzina che mangia tutto usando la forchetta; usa la forchetta persino per mangiare la minestra! Ma Giorgia non è solo questo. Giorgia è anche una bambina che aspetta il ritorno del suo papà per potersi far raccontare, una volta ancora, la favola di “Apriti Sesamo”. Giorgia adora il proprio papà. Inoltre Giorgia, almeno all’inizio, da bambina e fino a che un avvenimento non la porta a “mutare registro” è amica, ma amica amica, di Nostro Signore; tanto amica da rivolgersi a Lui dandogli tranquillamente del tu.
La storia narrata in “Buenos Aires 22” incanta e incatena il lettore perchè la bravissima Benedetta Tomasello riesce a mescolare, pur nelle poche decine di pagine della lunghezza del proprio romanzo, una serie di ingredienti. In “Buenos Aires 22” si trovano infatti la magia dei ricordi della piccola Giorgia, le peripezie del nonno della piccola Giorgia che non esita a recarsi fino in Argentina e a rimanere in quella nazione tanto lontana dalla sua Sicilia pur di ritrovare il proprio fratello emigrato in quella terra straniera; il tutto avendo come unico indizio un indirizzo di fermo posta, proprio quel Buenos Aires 22 che da il titolo al romanzo. Vi si trovano poi il dolore di Giorgia per la morte del suo amatissimo padre Matteo e la ribellione della stessa Giorgia contro il suo amico carissimo dei tempi dell’infanzia, ossia Nostro Signore, che le incolpa, o meglio incolpa Dio, di averle sottratto, potremmo dire rubato, il suo dio, vale a dire il suo papà. Giorgia però è una persona strana, ma forse questo è solo un sintomo, per così dire della sua umanità, in quanto poco dopo aver letteralmente inveito contro Dio si rivolge a Lui per avere un aiuto.
In “Buenos Aires 22” si trova anche la poesia. Una poesia che permea tutto lo svolgersi nel romanzo, romanzo nel quale la prosa si alterna a versi poetici in rima. Un ulteriore ingrediente della ricetta, pressoché perfetta di “Buenos Aires 22“, ingrediente che fa assaporare al lettore i profumi e i sapori della terra di Sicilia è l’uso, di quando in quando, di frasi quando non di interi periodi in dialetto siciliano. Quella di “Buenos Aires 22” è stata per me una piacevolissima scoperta; scoperta della quale non finirò mai di ringraziare l’impareggiabile autrice la quale, dopo avermi contattato tramite Twitter mi ha fatto l’onore di scegliermi per leggere e recensire il suo romanzo. Spero di aver fatto un lavoro quantomeno accettabile con questa mia piccola recensione. Come direbbe Alessandro Manzoni: “Se questa recensione vi è piaciuta il merito è tutto dello splendido romanzo cui è dedicata ma se non vi fosse piaciuta o trovaste qualcosa da ridire in proposito la colpa è integralmente mia.“
Grazie a tutte e tutti voi per la pazienza e l’attenzione e arrivederci alla prossima occasione!
Buona notte e Buona lettura!
Con simpatia!