«Se fosse vero sarebbe un modo di pensare rischioso e masochista… Tuttavia speriamo a questo punto che sia vero e di raccogliere i risultati».La difesa a cui sei abituato?
«Non ne ho idea, durante l’allenamento di ieri non abbiamo fatto prove tattiche, lo vedremo oggi. Sono aperto a tutto, uno dei nostri pregi è quello di poter essere camaleontici e di poter cambiare spesso e volentieri. Spero che questa duttilità ci porti dei risultati».
Il caldo è stato davvero la causa della sconfitta con la Costa Rica?
«Non mi sono mai piaciuti gli alibi e a fine gara l’ho detto: il caldo c’era per noi come per gli altri, al di là dell’abitudine. E’ vero che ci sono squadre europee che fanno più fatica, ma detto questo non significa che noi dobbiamo andare alla ricerca di scusanti o alibi. la verità è che contro la Costa Rica non abbiamo espresso nemmeno a sprazzi quel gioco che ci aveva fatto apprezzare contro l’Inghilterra».
L’Uruguay è migliore di noi?
«Il riverbero dell’ultima prestazione avrà un peso, noi veniamo da una brutta sconfitta, loro da una vittoria che avrà dato loro convinzione e morale… Diciamo che è un sedicesimo di finale nel quale ci bastano due risultati su tre. Non è male come situazione. Questa è la decima competizione con l’Italia, solo in un caso, la Confederations dell’anno scorso, eravamo qualificati alla terza partita. Non è cambiato tantissimo, ci riportiamo dietro la sconfitta con il Costa Rica e questo fa sembrare l’impegno più grande di quello che è»
«Non ero tanto preoccupato in Sud Africa, perché l’impegno della terza gara non era impossibile e c’era la giusta convinzione di potercela fare… Ora è un po’ più difficile, ma al Mondiale non puoi mai pensare di affrontare partite facili. Il nostro era considerato uno dei gironi della morte, ma nessuno poteva pensare che la Costa Rica fosse già passato»Qual è il tuo messaggio di ottimismo?
«Non dobbiamo lanciare messaggio di ottimismo a parole, ma segnali di ottimismo con una grande partita martedì. Cuore caldo e testa fredda saranno i due ingredienti principali e una certa convinzione e autostima che non deve scemare per una partita andata male, soprattutto quando gli impegni sono così ravvicinati».
Immobile e Balotelli insieme?
«Sarebbe una novità, non hanno mai giocato insieme, con tutti i rischi della novità e i benefici della novità».
In cosa consiste la vostra duttilità?
«La duttilità sta nel fatto che nella malaugurata ipotesi che un giocatore importante come De Rossi si faccia male, la squadra riesca a non subire il contraccolpo psicologico e tattico. Il ct in questo è un maestro: riesce sempre a trovare l’amalgama giusta per mettere in campo una squadra che abbia senso».
Come ti senti più sicuro con la difesa a 4 o a 3 davanti?
«Non bisogna pensare a se stessi, non all’io, ma al noi. Questa è la prima regola della scuola calcio. E quando si pensa al noi si deve pensare cos’è che può far funzionare meglio la squadra o cos’è la medicina che possa fare meglio alla squadra. Questo è nella testa dell’allenatore e lui farà le scelte giuste per farci superare il turno. Cosa preferisce il singolo non conta»
Il gioco dei tanti passaggi è fallito contro la Costa Rica
«Seppure in un Mondiale, quindi non esiste la pazienza, però mi sembra eccessivo in cinque giorni di esaltazione del gioco messo in mostra contro l’Inghilterra a bocciarlo definitivamente. Io credo che possano esserci dei cambiamenti a seconda della partita che si affronta».Ti manca Fabio Cannavaro?«Con Fabio abbiamo fatto tanti anni insieme, in campo siamo stati come fratelli. E’ un giocatore di grande leadership e grande carisma. Giocatori come lui fanno il bene di ogni squadra: purtroppo fa parte del passato, ora pensiamo al presente, pensiamo a quello che ci interessa di più: passare il turno»
Cosa si pensa in gruppo?
«C’è giusta preoccupazione, perché si arriva da una brutta partita persa male, ma deve esserci dentro di noi anche l’orgoglio. Un valore inestimabile perché in pochi giorni può darti le energie per ritrovare la tua forza. Noi non siamo i più forti, ma nemmeno quelli che hanno giocato contro la Costa Rica. Noi abbiamo sempre avuto un attaccamento forte alla maglia e un grande orgoglio: potrebbero essere le armi per battere l’Uruguay».
Come mai prendete così tanti gol, voi in passato non concedevate nulla?
«Stiamo effettivamente concedendo molto. Ma il problema contro la Costar Rica è stato quello di non controbilanciare, soprattutto nella ripresa quando non siamo riusciti a fare nulla di concreto contro una squadra che cercava di difendersi. Le motivazioni dei problemi difensivi comunque sono molteplici, ma è meglio che ne parli l’allenatore»