IL MIO VICINO TOTORO (1987)di Hayao Miyazaki
Lei, la trama: semplice, semplicissima. Un papà e due figliolette si trasferiscono in campagna per stare più vicini all'ospedale dove è ricoverata la loro mamma. La nuova casa è pervasa da strane presenze, ma le più strane di tutte si trovano in giardino e una di loro è Totoro... Qui trovate una bella presentazione.Lui, l'amico: Non so voi ma io, quando mi innamoro di un autore, me lo faccio amico. Intanto faccio in modo di non conoscerlo mai (e con Miyazaki gioco facile) così da non rimanerne eventualmente delusa, e poi me lo immagino mentre mangia, mentre lavora, mentre legge, mentre guarda la tv, mentre osserva le ferite del proprio paese. E così quando la mente torna alla tragedia giapponese, tra la miriade di pensieri, mi viene in mente anche lui che soffre (almeno così me lo immagino e non penso di scostarmi dalla realtà...). Proprio lui, che nel lontano 1987 ha creato una delle più belle animazioni ambientaliste.Lui, Totoro: Per almeno cinque sabati di fila i miei pargoletti ci hanno imposto Totoro. E io ne ero contentissima. Intanto le creature fantastiche: nei suoi film pullulano. Qui ce ne sono tre, tutte meravigliose. La fuliggine che occupa le vecchie case, l'autobusgatto e Totoro (in tre misure grande.medio.piccolo). E' naturale che i miei duedue si identifichino molto nei tre Totoro dalle diverse altezze ("Mamma io sono il Totoro mezzano!" Gnomo Due). E poi le figure femminili. Sono sempre loro nei suoi film a muovere. Inquiete, curiose, testarde, ma anche coraggiose, benevole, sensibili. Non che manchino le figure maschili positive... ma sono poste proprio su un altro piano. Sono figure molto protettive, razionali.... ecco se dovessi cercare una metafora tra il maschile-femminile in Miyazaki, mi viene in mente il contrasto tra il movimento centrifugo (femminile) e centripeto (maschile). Uno butta fuori, l'altro riporta a terra riordinando e ridisponendo.Mi sento presa in causa a ben pensarci.Ogni tanto penso che a me ci son voluti quattro maschi per domare la mia forza centrifuga che a volte fa fuggire in giro anche dei pezzi di me. Io giro e prendo il volo. Loro mi acciuffano e ridispongono con senso tutto il casino che ho fatto.Grazie grande Miyazaki.Questa è la scena della pioggia che insceniamo ogni volta che abbiamo in mano un ombrello. Alzi la mano chi da piccolo non ha mai cercato con l'ombrello di stare sotto alla goccia più grossa....