Il parlamento burundese ha approvato all’unanimità una legge che regolamenta le confessioni religiose e le loro denominazioni, in piena espansione nel paese dei Grandi Laghi, il cui numero è passato in breve tempo da 45 a circa 600.
In base al nuovo testo per vedersi riconosciuta dalle autorità di Bujumbura una ‘chiesa’ dovrà dimostrare di raggruppare 500 membri, o mille se la sua origine è straniera.
Le chiese del Burundi hanno due anni di tempo per mettersi in regola dalla promulgazione della legge, che intende fermare il proliferarsi dei gruppi religiosi.
“La legge dovrebbe rimettere ordine in una sfera in continua espansione e dai contorni poco chiari.
In realtà per molti gruppi la religione è solo una scusa per ricevere finanziamenti, soprattutto dall’estero (in particolare dagli Stati Uniti), trasformandosi in un vero e proprio business e alimentando un’economia parallela”.
Si tratta di un’iniziativa lodevole anche perché per alcune di queste “chiese” spesso è più esatto parlare di sette, che attraggono le persone con elargizioni persino di denaro nell’immediato.
Salvo poi sorprese inattese. Pertanto è plagio bello e buono.Religiosità autentica è tutt' altro.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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