Bullets over summer

Creato il 16 gennaio 2012 da Automaticjoy
Dobbiamo bere otto bicchieri d'acqua e dormire otto ore al giorno. Non dobbiamo fumare troppo e bere troppo vino. Non dobbiamo dormire troppo. Dobbiamo fare visite mediche regolarmente. Non dobbiamo attraversare la strada con il semaforo rosso. Non ci si deve sposare dopo i trent'anni. Non dobbiamo incrociare le gambe quando stiamo seduti. Dobbiamo spegnere il cellulare quando guardiamo un film. Non c'è niente che si possa o non si possa fare.

Brian e Mike sono due poliziotti in borghese che ricevono l'incarico di sorvegliare il complesso residenziale in cui dovrebbe alloggiare Dragon, un rapinatore di banche spietato e sanguinario. Si nascondono quindi nell'appartamento di un'anziana signora che soffre di demenza senile e li scambia per i suoi nipoti (e che iniziano quindi a chiamare "nonna"). Mentre aspettano il ritorno del criminale iniziano entrambi una relazione sentimentale, Brian con una giovane studentessa e Mike con una donna incinta abbandonata dal compagno.
Wilson Yip nel 1999 era molto più libero da vincoli artistici imposti dall'alto e non è costretto qui ad una messa in scena convenzionale come quella di Ip Man. La regia si adatta perfettamente allo scorrere della vicenda e all'alternarsi dei sentimenti rappresentati, passando dalle adrenaliniche e veloci scene iniziali ai primi piani della seconda parte, più introspettiva.
Lungi dall'essere il solito poliziesco tutto sparatorie e inseguimenti, Bullets over summer è un film che combina azione e dramma familiare, mescolando piacevolmente ironia e malinconia e scorrendo liscio per una splendida ora e mezza.
Gli interpreti fanno un ottimo lavoro nella caratterizzazione dei personaggi, in particolare Helena Law nei panni della nonna, insieme esilarante e fragile, e l'impeccabile Francis Ng, che dà al solitario e introverso Mike un'intensità difficile da dimenticare.
Andando oltre i semplici dati tecnici, questo film colpisce e rimane dentro per la sua umanità, per i sentimenti di solidarietà e fiducia che nascono dove meno te lo aspetti, e l'affetto verso personaggi su celluloide così vivi, a tal punto capaci di sinceri slanci verso il prossimo, è quasi dovuto.
Non è dunque il solito noir con finale sanguinolento, la solita caccia all'uomo in cui i sentimenti delle guardie e dei ladri vengono messi in secondo piano, bensì una storia pulsante, irrequieta, come un invito a bere fino all'ultima goccia della vita.
Voto: 8

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