Dal romanzo "Mute Witness" di Robert L.Fishun un film che ancora oggi è un riferimento del genere poliziesco. Bullitt, interpretato da Steve McQueen, è un ufficiale di polizia al quale viene affidata la protezione di un testimone chiave per un processo di mafia, il quale verrà ucciso da dei sicari già la prima notte di sorveglianza, troppo facilmente. E' chiaro che c'è una talpa da qualche parte. In realtà morirà in ospedale, ma Bullitt per risalire ad assassini e mandanti occulterà la cosa. Quasi un uno-contro-tutti... finale eccezionale, con colpo di scena.
Oggi la trama essenziale di "Bullitt" è fin abusata, ciò non toglie che questo rimane e sempre sarà un grandissimo Cult la cui visione è ancora estremamente coinvolgente, sia per il semplice appassionato di film d'azione e di genere che per il cinefilo più attento anche alla tecnica.
Non per la trama però questo film è entrato e risiede nella Storia del Cinema, ma per il leggendario car-chase che compare in locandina insieme al protagonista. Non è un caso se scelsero Steve McQueen per questo film, appassionato di motori e pilota di alto livello sia di auto che di moto. Un inseguimento tra 2 macchine, entrambe del 1968, diventate leggendarie anche grazie a "Bullitt". Quella che fuggiva, con a bordo i killer, era una Dodge Charger da 375 hp con cambio automatico 3 marce. L'inseguitrice, con a bordo Bullitt/McQueen, una Ford Mustang 390 GT da 325 hp con cambio manuale a 4 marce. Per entrambe le auto ci fu una consegna curata dalle stesse case madri. La Charger fu mantenuta originale con sole modifiche alle sospensioni, mentre la Mustang ricevette attenzioni anche al motore.
Un lavoro maniacale e dispendioso. Due settimane di riprese per ottenere circa 10 minuti di film (alcuni dicono 3 settimane). Scene di altissima pericolosità, tanto che persino McQueen dovette lasciare spazio agli stunt per guidare in alcuni momenti. A guidare la Charger un grande stunt driver, Bill Hickman, storico amico di James Dean e tra quelli che lo tirò fuori dalla Porsche nel tragico incidente in cui morì. A sostituire McQueen quando necessario un altro grande nome, Bud Elkins.
San Francisco sembra disegnata apposta per essere il set di film polizieschi e/o d'azione. Le zone dell'inseguimento vennero chiuse al traffico, e si svolsero in ogni caso con le macchine normalmente parcheggiate (una verrà danneggiata da un errore di guida). Si può solo guardare per capire il senso di vertigine pazzesca che daranno queste riprese. Le auto in discesa, con la macchina da presa interna, paiono tuffarsi nel vuoto. Velocità altissime, pezzi girati a tempo reale tra i 110 e i 180 km/h simulandone anche di più elevate, ma mai immagini accelerate in studio. Fino a 6 angoli di ripresa che poi in montaggio hanno dato il risultato eccezionale che si può ammirare. Molto importante: in questo film venne introdotta una macchina sportiva molto bassa, che correva di fianco alle 2 in disputa, per effettuare riprese da cardiopalmo, che richiesero un altro grande pilota ed anche un cameraman piuttosto ardito, è quella che chiamarono "cameracar", poi utilizzata in futuro ed anche in un capolavoro che a breve metterò qua. La cameracar di "Bullit" fu una Chevrolet Corvette del 1966 guidata da Pat Hustis, scoperchiata e modificata per ospitare pilota ed operatore di macchina. Quest'ultimo aveva a disposizione due sedili, per sedersi fronte marcia o inversamente, legato con cinture.
Film che, ripeto, ha fatto Storia. Quell'inseguimento mi mette i brividi solo a pensarlo, uno di quei rari casi che non potrà mai passare "di moda" per le tecniche usate, semplicemente perché è di un realismo totale. Steve McQueen diventò testimonial della Ford, la quale produsse la serie speciale Bullitt del suo mitico modello Mustang, auto ancora oggi in produzione, molto diversa ovviamente ma perlomeno con lo stesso nome.
E poi, non c'è "solo" l'inseguimento... è tutto un gran bel film.
Robydick
credits: ringrazio le seguenti fonti
http://en.wikipedia.org/wiki/Bullitt
http://www.classicmustang.com/bullitt_motor_trend.htm
http://www.hottr6.com/triumph/BULLITT.html
Tanti frame ad onorare attori e riprese