D. Alighieri
Faccio uno sforzo. Voglio far finta che l'Italia sia un sereno paese senza problemi democratici, che si guarda allo specchio il giorno del suo compleanno e pensa che tante ne sono successe ma che in fondo i suoi 150 anni se li porta bene. Come se fossimo arrivati a questa ricorrenza senza polemiche, con le forze politiche che smettono per un attimo di azzuffarsi sulle loro proposte e si uniscono per festeggiare. Con l'unanimità degli italiani che sente davvero l'importanza, pur se retorica, di questa data e almeno per un giorno ripensa alle storie di famiglia che in qualche modo si intersecano con la storia del nostro paese.
Purtroppo arriviamo malconci al 150° anniversario della nascita dell'Italia. La nostra classe dirigente è inadeguata, il nostro governo è il peggiore che la storia repubblicana ricordi. Il morale degli italiani è sotto le scarpe e la fiducia nella politica, che dovrebbe essere l'espressione del meglio che possiamo offrire, è al minimo storico. Eppure festeggiamo. E facciamo bene. Sono bellissime le immagini di Torino vestita a festa da centinaia di bandiere tricolori. Dall'estero sembrano ancora più belle. Come dicevo, sarà anche retorica, ma è giusto così. Se non possiamo fare in modo che questo anniversario sia il culmine di un percorso, possiamo impegnarci perché ne diventi l'inizio. In fondo, queste feste a cosa servono, se non a ricordarci, o insegnarci, quanto è bella la nostra storia, con i suoi momenti belli e brutti, e a spronarci a continuarla? Penso ai bambini. Spero che venga loro spiegato che vuol dire essere italiani, e cosa hanno fatto gli italiani che li hanno preceduti. Se faremo un buon lavoro, sapranno scegliere gli esempi a cui ispirarsi. Il discorso di Benigni a Sanremo è stato criticato da alcuni perché storicamente non esatto. Ha dimenticato di citare anche i lati oscuri dell'unificazione nazionale. È vero, e se da un lato avrei apprezzato che avesse spiegato, per esempio, anche gli episodi spiacevoli delle imprese garibaldine al sud, dall'altro non credo che quello fosse lo scopo del suo intervento. Se Benigni è riuscito a risvegliare anche in una sola persona l'amor patrio, la voglia di impegnarsi per i suoi connazionali e il desiderio di conoscere meglio la storia italiana, con luci e ombre, credo che il suo discorso sia stato utile. Altrimenti si corre il rischio di commettere il più ingenuo e deleterio degli sbagli, quello di censurare i meriti insieme agli errori.
Le idee leghiste di rottura dell'unità nazionale, mai veramente accantonate, sono un cancro da estirpare. Da quando non inneggiano più alla secessione sono ancora più pericolose, perché riescono meglio a insinuarsi nelle menti più vulnerabili. Passeranno, e saranno ricordati coperti dal ridicolo che meritano. Per adesso bisogna farci i conti e combatterli con la cultura e il sentimento umano. Oggi non ho voglia di ricordare le innumerevoli oscenità che vanno affermando da troppi anni. Oggi devono essere ignorati, considerato anche il fatto che si sono tirati indietro di fronte alla celebrazione dell'esistenza dell'Italia. Ricordiamoci piuttosto che la grande maggioranza dei garibaldini erano del nord, e che la città che ne ha donati di più è stata Bergamo.
Non potevo che concludere il post con il testo della canzone di De Gregori che più si adatta alla giornata di oggi, Viva l'Italia.
Viva l'Italia, l'Italia liberata,Buon compleanno, Italia! Auguri a tutti!
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.
PS: Un post retorico? Sì.