111 anni di storia rossonera, iniziata il 16 dicembre del 1899 in quella arcinota Fiaschetteria Toscana di via Berchet, nato dai lombi di Herbert Kiplin e Alfred Edwards.
Da allora ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti! Ma quei gentiluomini inglesi, avranno mai immaginato che a distanza di più di cent’anni, l’allora Milan Cricket and Football Club sarebbe stato ancora qui? Con tutti i trofei che in questi anni sono stati messi in bacheca? Con tutti quei campioni che sono passati con addoso i colori del fuoco e della paura? Chissà…
Quando inizi un progetto, per quanto puoi essere pieno di buoni propositi, non sai mai con assoluta certezza cosa ti porterà. A volte pensi che andrà tutto bene, secondo i piani, e poi basta un niente e si sfalda tutto. A volte invece inizi così, quasi per gioco, e nel giro di qualche mese ti ritrovi con in mano qualcosa di importante. A volte invece ti affidi alla fortuna, non dico facendo le cose a caso, diciamo non dandoci molta importanza, e se ti gira tutto bene, alla fine risulterai vincitore.
La storia del calcio è piena di esempi di questo genere, la storia del Milan non ne è da meno. Tutto ruota attorno al mercato, ogni risultato, ogni stagione, viene determinata principalmente da quello. L’incipit, la partenza di tutto, è il mercato, con i suoi acquisti e le sue cessioni. Ogni cosa dovrebbe essere ponderata nei mini dettagli, cercando di essere il più previdenti possibili. Ma non lo si è mai abbastanza, i bidoni, le sòle, le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Pensiamo per esempio a quelle volte in cui, una società di calcio ha acquistato un giocatore di sicuro valore, perché nel club dove militava prima ha fatto fuoco e fiamme, poi magari una volta arrivato e annunciato in pompa magna, è già tanto se imbrocca una partita decente ogni dieci. Colpa sua? Colpa della squadra? Colpa dell’allenatore? Dipende sempre dai singoli casi, spesso è colpa di tutti.
Ma non disperiamoci, perché come ben sappiamo capita anche l’esatto opposto. Capita che un calciatore bistrattato da mezza Europa, trovi finalmente la sua dimensione ideale in una squadra e magari riesce anche a portarla alla vittoria di qualcosa di importante.
Pensiamo a Kevin Prince Boateng, quello che fino a tre mesi fa, era considerato dagli esperti di settore “il fratello scarso di Boateng”, pensiamo a Robinho quello che “dovunque è andato ha toppato, dovunque è andato è
E veniamo in fine ad oggi, in questo freddo 16 dicembre, i tifosi rossoneri aspettano da tempo che la dirigenza si pronunci, che sveli un nome caldo, un nome di grido. Possibilmente grido di piacere e non di dolore. Ed il nome sembra essere Antonio Cassano, che purtroppo per i nostri dirigenti non riceve molti consensi dalla tifoseria, anzi diciamo che otto tifosi su dieci non lo vogliono proprio vedere neanche sull’album Panini, gli altri due si astengono.
La vita di Antonio Cassano e il Milan è stata un continuo binario, due rette parallele che non si incontrano mai.
Dopo aver avuto ogni sorta di problema con la Roma, il primo nome che si fece per la destinazione di Cassano, fu il Milan. Ma il Real (e Capello) per lui era molto più affascinante come prospettiva.
Via dal Real, indovinate un po’? Le prime ipotesi furono Milan e Inter poi Juve, e alla fine della fiera, come la bella di Siviglia, finì alla Sampdoria.
Ora che con la Samp ha praticamente chiuso ogni rapporto, ecco che di nuovo si fa insistente il nome del Milan.
Il talento di Cassano penso sia sotto gli occhi di tutti, la testa matta (un eufemismo) pure, è uno di quei giocatori che quando lo vedi fare certi numeri in campo ti viene spontaneo un: “Eeeh se solo avesse anche un cervello in testa, oltre che nei piedi, magari a 28 anni sarebbe già da tempo una stella conclamata di qualche squadra di vertice, invece guardalo li, scaricato da tutto e da tutti e ‘relegato’ nella ‘modesta’ Sampdoria.” Anzi ora neanche più in quella.
Mai come oggi però, i due binari sono stati così vicini, quel “qualcuno” ora non c’è più, Berlusconi non è ne su un “no irremovibile”, ne sul “si a tutti i costi”, sta sul chi va là, e Galliani potrebbe affondare il colpo di grazia, approfittando della situazione di Cassano, come ha saputo approfittare della situazione di Ibrahimovic (in rotta con il Barcellona) e di Robinho (in rotta con il Manchester City), per non dimenticare di come approfittò della situazione di Ronaldinho ai blaugrana, praticamente un ex in rosa.
Ci sono tutti i presupposti perché Cassano alla fine della fiera, venga al Milan davvero, in prestito o definitivamente, starà alle parti. Resta da vedere se sarà un acquisto che si rivelerà utile. Se si rivelerà una sòla, una piacevole sorpresa, una meteora che non lascerà nessun ricordo, come detto prima, nessuno può saperlo con assoluta certezza. Resta comunque il fatto che, al giorno d’oggi è innegabile che al Milan serva ben altro che Cassano, il Milan si deve rinforzare principalmente in altri reparti, e se proprio deve prendere un attaccante, sarebbe meglio si trattasse di una prima punta, di un uomo d’area, piuttosto che l’ennesimo fantasista.
Personalmente, in questo momento io non mi sento di pronuciarmi in merito, preferisco non dare giudizi definitivi e irremovibili, SE DOVESSE ARRIVARE aspetterò che il campo parli per me. Credo però fermamente che da qui a fine stagione, Seedorf e Ronaldinho e forse anche Pirlo, partiranno per altri lidi, Cassano verrebbe quindi in anticipo per sostituire uno di questi. Almeno credo. Fermo restando, mi ripeto, che NESSUNO sta dicendo che si prende Cassano e siamo a posto, TUTTI sappiamo che serve ben altro e in altri reparti.
Per ora buon compleanno Milan, altri 111 di questi anni, con o senza Cassano.