C’era una volta una ragazza africana che si ammalo’ di depressione.
Ando’ dal medico che la curo’ con psicofarmaci, ma la depressione non guarì. Andò dallo psichiatra che la curo’ con prodotti ormonali, ma la depressione continuava. Il neurologo propose allora di mandarla in una clinica. La ragazza aspetto’ finche’ la sofferenza non divenne troppo grande. A quel punto si rivolse allo sciamano della tribù.
Egli l’ascolto’ in silenzio. Quando ebbe finito, le parlo’. Le disse che gli antenati l’avevano scelta per darle una missione. Il suo dolore significava che la vita che aveva fatto fino adesso era finita e quella pelle non le bastava piu’, doveva salire su un gradino più alto e prepararsi per un nuovo compito. Avrebbe cambiato pelle perche’ avrebbe cambiato anima.
Doveva spalmarsi tutto il corpo ed il viso, tutta la pelle meno gli occhi, di argilla bianca, senza toglierla mai per un tempo molto lungo, una bianca argilla che l’avrebbe curata nel corpo e nell’anima, si sarebbe vestita di bianco e avrebbe fasciato il capo di stoffa bianca. Così, tutta bianca, come un morto o un neonato, un fantasma o un angelo, sarebbe rinata, sarebbe stata visibile agli Antenati e loro l’avrebbero trovata facilmente e sarebbero venuti a parlarle nei sogni.
Ogni mattina la ragazza sarebbe andata alla capanna dello sciamano e gli avrebbe raccontato i suoi sogni, perche’ nei sogni gli dei ci parlano ma noi non ne comprendiamo il messaggio. Ogni mattina lo sciamano avrebbe aiutato la ragazza a capire i suoi sogni. E insieme l’avrebbe addestrata, con altri allievi, ad imparare i segreti della natura e delle erbe e delle sostanze naturali che guariscono. In particolare le avrebbe insegnato i segreti dell’argilla bianca, che ha il potere di dare un nuovo corpo e una nuova conoscenza.
L’argilla bianca poteva guarire ogni male, così la ragazza sarebbe andata ogni giorno con la sua tanica di plastica a prendere l’argilla, in cima a un dosso ripido, dentro una grotta dove zampillavano piccoli sbocchi vulcanici di argilla medicamentosa piena di minerali. E, quando fosse stata nella caverna, la ragazza avrebbe mangiato anche un po’ di questa argilla e avrebbe avuto spaventosi dolori di pancia che l’avrebbero purificata anche nell’interno. Poi sarebbe iniziata la guarigione.
Con questa argilla la ragazza africana avrebbe guarito prima se stessa e poi gli altri, avrebbe imparato a curare gli storpi e i sordi e i malati di ogni male.
Per 17 anni la ragazza imparo’. Imparo’ a guarire se stessa, guarendo gli altri. Imparo’ a cambiare. Si trasformo’. Dopo 17 anni era molto diversa, era diventata una vera sciamana e potè lavarsi via l’argilla bianca e ritrovare il suo corpo tenero e indifeso, come rinato, potè lasciare il suo maestro e andare di villaggio in villaggio a curare da sola le persone malate, tristi o sofferenti.