Buon viaggio, fratello (dedica)

Da Eucuri

Anni di differenza se ne passavano. Stesso cognome. Avevano abitato sotto lo stesso tetto. Quando il più grande dei due era partito per la prima volta, la vita dell’altro era cambiata. Capiva che mancava qualcosa nei quotidiani echi delle voci dei corridoi della casa. Era felice di vederlo per le vacanze, e aveva sempre una strana sensazione quando doveva salutarlo. Crescendo aveva chiamato col suo nome quella strana sensazione: voler bene. Un affetto sviluppato durante anni di separazione sembrava destinato ad una fragilità permanente. Un legame che poteva rimanere di sangue e vacanze condivise. Ma era invece una presenza costante. Avevano condiviso la stessa città per qualche tempo e ora che dovevano separarsi di nuovo non voleva sentirsi l’adolescente di tanti anni fa. Ma quel sangue, quel cognome, quel condividere tutto era diventato un calore di cui non poteva e non voleva privarsi. E abbracciò quella strana sensazione senza rimpianti.

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