Buona Pasqua a Chi Ama

Creato il 08 aprile 2012 da Topogina

Oggi è Pasqua. Vi auguro tanta serenità e, perchè no,  di trovare un momento per riflettere sulle vostre abitudini. Vi considerate delle persone buone? Siete altruisti? Pensate mai alle conseguenze che le vostre azioni potranno portare? Siete credenti? E se si, rispettate tutti e dieci i comandamenti? Anche il “non uccidere”? Allora significa che non mangiate carne.
Meno male... quindi non siete direttamente responsabili della morte di milioni di animali che ogni anno vengono sacrificati per il piacere delle papille gustative dei carnivori.
Se invece rientrate nella categoria di quelli che non pensano prima di agire, e quindi di mangiare, di quelli che fanno finta di niente, di quelli che “se lo fanno gli altri perchè non io?”, allora vi prego di guardare questo video. Lo dovete guardare dall’inizio alla fine però, e poi potrete pure andare a mangiarvi il vostro agnellino sacrificale.


Fatevi solo una domanda: sareste capaci di uccidere un agnellino a mani nude? Certo perchè  se si combatte, lo si fa ad armi pari! Niente coltelli, niente di niente. Solo voi e l’ agnello.

Troppo facile trovarlo bello che pronto, già assassinato, dissanguato, scuoiato e tagliato a pezzi dal macellaio....

Durante il periodo pasquale circolano tante campagne atte a fermare questa strage di creature innocenti. Non sapendo quale scegliere, ne ho selezionate un paio da condividere con voi.

DIRETTAMENTE DAL DIRETTO INTERESSATO


Per me le feste pasquali significano solo terrore e morte. Dopo avermi separato da mia madre, mi caricheranno su un camion e, come accade a milioni di altri agnellini, sarò condotto verso il mattatoio.
Il viaggio sarà lungo ed estenuante, non potrò riposare, avrò fame, freddo e molta paura.
Trasportato per centinaia di chilometri, stanco e stremato, giungerò alla meta finale: il macello. 

Durante l'attesa vedrò i miei compagni agonizzare e quando arriverà il mio turno, mentre urlerò di terrore, mi taglieranno il collo, la mia morte sarà lenta e atroce.
Invece di andare incontro alla vita arriverò da te... con che cuore mi mangerai? (Diritti Animali.org)


TRATTO DA “IL PIANTO DEGLI AGNELLI E IL DOLORE DEL MONDO” DI SUSANNA TAMARO

{...} Ma in una società come la nostra, totalmente profana, in cui nulla è più sacro e gli unici timori concessi sono legati alla materia, la catena di morte del macello non è che una realtà tra le altre. Le urla degli agnelli sono un rumore di fondo, uno dei mille rumori che frastornano i nostri giorni. E forse non sapere ascoltare questo lamento è il non saper ascoltare tutti i lamenti — i lamenti delle vittime delle guerre, dei malati, dei bambini torturati, uccisi, delle persone seviziate, abbandonate, dei perseguitati, di tutte quelle voci che invano gridano verso il cielo.


È anche il non saper ascoltare il nostro lamento, di persone sazie, annoiate, risentite, incapaci di vedere altro orizzonte oltre quello del nostro minuscolo ego, incapaci di interrogarci, di affrontare le grandi domande e di accettare il timore che, da esse, inevitabilmente deriva. Sdraiati sul comodo divano della teodicea, continuiamo a ripetere che Dio non può esistere perché permette il male degli innocenti e questo assunto ci placa, ci quieta, ci mette dalla parte della ragione, proteggendoci dall’insonnia delle notti e dall’angoscia straziante del dolore del mondo. 
Quanti orrori — e quanti errori — derivano da quest’immagine di Dio onnipotente, da quest’idea di un Dio con la barba, seduto su una nuvola, parente stretto di Zeus, con i fulmini in mano, pronto a scagliarli sugli empi della terra.

L’onnipotenza di questa società ipertecnologica, non deriva forse proprio da questo? Dio non è onnipotente, come ci aveva promesso, e dunque diventa nostro compito assumerci l’onnipotenza, raddrizzare le cose storte in cose dritte, creare il paradiso in terra, un paradiso in cui la giustizia finalmente trionfa, grazie alle nostre leggi. 
Il paradiso in terra però, come già abbondantemente ci hanno mostrato le tragedie del Novecento, ben presto si trasforma nel suo opposto perché, quando l’uomo crede di agire unicamente secondo i principi assoluti della ragione, sta già srotolando un reticolato e prepara potenti luci al neon per illuminare ogni angolo della prigione.

Forse il pianto delle migliaia di agnelli immolati per routine consumistica in questi giorni non è che il pianto di tutti i milioni di vite innocenti che ogni giorno in modi diversi, da che mondo è mondo, vengono stritolate dal male. E quel pianto che si alza verso il cielo senza ottenere risposta, ci suggerisce forse che il passaggio, la vera liberazione — la vera Pasqua — è proprio questa. 
Sapere che Dio non è onnipotente, ma, come Agnello, condivide la stessa nostra disperata fragilità. E solo su quest’idea — sull’idea che condividiamo la fragilità, che le tue lacrime sono le mie e le Sue sono le nostre — si può immaginare un mondo che non scricchioli più sotto il delirio dell’onnipotenza ma che si incammini nella costruzione di una vera umanità.

  

AMEN


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