Non tutti i cibi sono fatti per sfamare il corpo, alcuni hanno solo la funzione di allietare il palato ma soprattutto lo spirito. Le fritture sono un ottimo esempio: patatine, carne, verdure, si può friggere tutto e mangiarli una volta ogni tanto non compromette la salute! Ciò a cui dobbiamo prestare maggiormente attenzione è il destino dell’olio usato e il suo impatto sull’ambiente. Infatti se da un lato buttarlo nel lavandino è quanto di più facile si possa pensare di fare, dall’altro rappresenta un danno per l’ambiente che ha ripercussioni nel tempo. Quando un litro di olio raggiunge le falde acquifere rende non potabile circa un milione di litri d’acqua che rappresenta la quantità media di acqua che una persona utilizza in 14 anni.
Infatti l’olio da frittura, al pari di altri olii esausti, una volta arrivato nelle falde acquifere forma una pellicola che impedisce gli scambi di ossigeno tra l’aria e l’acqua impedendo la vita al di sotto della pellicola.
Per evitare i danni ambientali l’olio va fatto raffreddare, conservato all’interno di contenitori chiusi e raccolto nelle isole ecologiche (per Roma clicca qui), oppure per evitare di portarli personalmente è possibile accordarsi con un ristoratore per lasciargli il nostro fusto d’olio da smaltire.
Tramite processi di trattamento e riciclo, si ottengono lubrificanti vegetali per macchine agricole, per biodiesel e glicerina per saponificazione (quest’ultimo processo può essere realizzato anche a casa: 1,5 litri di olio ci forniscono circa 2Kg di sapone!!!!)