Come da tradizione, Buone Feste con uno dei nostri libri. Con i migliori auguri di un sereno Natale a voi e alle vostre famiglie.
Casey annuì, si asciugò il viso con il dorso della mano e fu rassicurato quando Joe si allungò per afferrarla e stringerla. “Va bene,” disse, mentendo malamente, “non sono dispiaciuto per niente. Cosa dovresti chiedermi?”
“Se verrai a casa con me per Natale.”
Casey scivolò abbastanza vicino da appoggiarsi su di lui una volta che furono entrambi a sedere sul letto, attenti a non guardarsi l’un l’altro, le coperte tirate sulle ginocchia. “Andrai a casa per Natale?”
Joe alzò le spalle e sembrò imbarazzato. “Tu non saresti stato qui,” disse rauco. “E mia mamma aveva capito che ero triste. Mi ha procurato i biglietti per l’aereo e mi ha detto di assicurarmi di avere le ferie al lavoro, la telefonata era per questo. Non ho avuto davvero molta scelta.”
Casey lo guardò semplicemente. “Non ho soldi,” disse con senso pratico, “quindi dipende tutto da te. Vengo?”
Joe allungò una mano, scostò i capelli dal suo viso, poi la posò sulla sua guancia. “Vuoi?”
Casey annuì. Sì. Sì. Nessuna balla, non lasciare fingere a Joe (come se Joe lo avrebbe fatto!) che quella era una cosa che faceva in California ma non a casa. “Voglio che sia ufficiale. Voglio conoscere la tua mamma, il tuo papà e la tua famiglia. Voglio incontrare i tuoi fratelli e tua sorella e giocare con i loro figli. Non voglio che anche solo una persona su questo pianeta abbia dubbi che sono tuo. Che ne dici?”
Joe sorrise appena. “Sì. Andrà bene.”
“Bene.” Casey prese la sua mano e se la strinse al petto cercando di sorridere, ma non ci riusciva. Era grande. Era un regalo favoloso e non sarebbe andato a guardargli in bocca. Ma non avrebbe nemmeno dimenticato il suo prezzo.