L’AGCOM afferma esplicitamente che nel mirino non ci sono gli utenti finali (downloaders) e il cosiddetto peer-to-peer, esclusi dall’azione sanzionatoria delle azioni repressive del suddetto organismo. Invece, «l’Autorità si concentra sulle violazioni esercitate con finalità di lucro e assegna carattere assolutamente prioritario alla lotta contro la pirateria massiva». Il nuovo regolamento in pratica, presentato dall’Authority per le Comunicazioni, a una prima lettura, sembra non voler infierire sugli utenti finali.
Tali misure inoltre, informa l’Agcom, “saranno improntate a gradualità e proporzionalità, tenendo conto della gravità della violazione e della localizzazione del server”. Si tenderebbe a privilegiare quindi una rimozione selettiva, anziché attuare il blocco e il sequestro di interi siti. La bozza in consultazione pubblica pare ispirata al buon senso, e forse decreterà davvero la fine della caccia alle streghe contro gli utenti del peer to peer.
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“A differenza delle regolamentazioni viste in altri Paesi (come quella che per lungo tempo ha tormentato la Francia), quella che l’Autorità presieduta da Angelo Marcello Cardani sta ora sottoponendo a consultazione pubblica per 60 giorni lascia ben sperare. I principi cui si ispira, infatti, non comprendono unicamente la tutela del copyright a ogni costo ma tengono in conto i diritti fondamentali dei cittadini, dalla libertà di manifestazione del pensiero al diritto di accesso a Internet, senza dimenticare la privacy. Niente più censure di massa, insomma, ma colpi “chirurgici” che punteranno a eliminare unicamente il materiale in violazione, senza far sparire interi siti solo perché un unico file è in violazione.
Se il server responsabile dell’illecito si troverà in Italia, infatti, innanzitutto si cercherà di contattare il responsabile del sito affinché rimuova il materiale incriminato; solo qualora costui non risponda si chiederà al provider di provvedere all’oscuramento. Inoltre ogni azione potrà essere intrapresa unicamente dietro denuncia dei titolari dei diritti: non si potrà agire d’ufficio.”