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Buone pratiche agricole per il controllo dei parassiti e delle malattie fungine e batteriche dell’olivo

Creato il 06 gennaio 2016 da Antoniobruno5
In agricoltura è fondamentale creare le condizioni per limitare al massimo la presenza e lo sviluppo di organismi dannosi e favorire la capacità e resistenza della pianta. Per alcuni parassiti è importante applicare la tecnica del monitoraggio per valutare l'effettiva presenza e pericolosità del fitofago.
Per la mosca delle olive (Bactrocera oleae Gmelin, 1790) si mette in atto una tecnica di monitoraggio che utilizza le trappole. Le trappole più efficaci si sono dimostrate quelle di colore giallo. Quelle colorate ed innescate con feromone, mostrano un’efficacia maggiore, tendono a sopravvalutare la presenza dell'insetto. Le trappole,  vanno collocate a metà chioma e pulite settimanalmente. Catture settimanali di 3-5 femmine per trappola con uova mature possono essere un segnale per l'agricoltore che in questo caso può utilizzare il metodo delle esche avvelenate.  
Per la tignola (Prays oleae Bernard, 1788) il monitoraggio viene effettuato con trappole attivate con feromoni sessuali che vanno ispezionate settimanalmente per il rilievo dei maschi catturati. La registrazione dei dati consente di ottenere l’andamento dei voli.
Inoltre è importante la diagnosi per ottenere la quale si mettono in atto delle tecniche.
Per la diagnosi dell’attacco di Mosca delle olive si effettua il campionamento mediante la raccolta casuale di 100 drupe (in ragione di 5-10 frutti prelevati da 10-20 piante su 100 rappresentative dell’oliveto) che vanno esaminate singolarmente per il calcolo dell’infestazione attiva. Per la diagnosi dell’attacco di Tignola si effettua il campionamento prelevando casualmente 100 olivine ed osservandole accuratamente per rilevare l’eventuale infestazione (uova e larve).
Per la diagnosi dell’attacco di Occhio di pavone Spilocaea oleaginea (Castagne) S. Hughes, 1953 (sin. Cycloconium oleaginum) che è un fungo si effettua la diagnosi precoce immergendo per 2-3 minuti un campione di 100 foglie in una soluzione di idrato sodico o potassico al 5%, alla temperatura di 50-60° C (20° C per foglie giovani). Le infezioni latenti si evidenziano come piccole macchie scure.
Ma quali sono i fattori naturali che di fatto controllano la Mosca dell’olivo? Intanto con temperature estive superiori a 36 °C si ha una mortalità di uova e larve di I età anche del 90% e si riducono i voli degli adulti nell'oliveto. Ma con le nostre scelte agronomiche possiamo controllare la mosca dell’olivo. Un mezzo a disposizione degli olivicoltori per contrastare la mosca delle olive consiste nella raccolta anticipata dei frutti. Infatti, generalmente un anticipo di raccolta consente di sfuggire allo sviluppo delle generazioni di mosca più dannose che si verificano ad inizio autunno ecco perché le varietà più precoci sono meno attaccate. Le varietà Ogliarola leccese e Cellina di Nardò essendo a drupa piccola sono più resistenti alla mosca perché in generale, frutti di maggiori dimensioni, tipici delle varietà da tavola, risultano maggiormente attrattivi nei confronti delle femmine di B. oleae rispetto ai frutti più piccoli delle varietà da olio. E’ importante ridurre i volumi irrigui quando si registra un incremento delle catture; adottare forme di allevamento basse come il più volte richiamato Sistema di allevamento a VASO POLICONICO che consentendo la raccolta completa limitano il proseguimento di ulteriori  generazioni del fitofago. La mosca dell’olivo ha dei nemici naturali che sono  Opius concolor, Eupelmus urozonus, Pnigalio agraules. Inoltre la presenza di queste piante riduce gli attacchi di mosca: Acacia spinosa, Inula,, Giuggiolo, Legno-puzzo, Quercia,  Agrumi, Melo.
Quali sono i fattori naturali che di fatto controllano la Tignola dell'olivo? La temperatura minima necessaria agli adulti per essere attivi è di 12-13°C, a tali  valori il numero di uova deposte è minimo, mentre temperature superiori a  27-28 °C causano  mortalità di uova della generazione carpofaga. Lo sviluppo delle larve è condizionato dalle temperature minime, la mortalità invernale delle larve fillofaghe aumenta con l'aumentare del numero di giorni con temperatura minima uguale o minore di zero. Con umidità inferiore al 60% diminuisce la percentuale di schiusura  delle uova Le nostre scelte agronomiche possono controllare la tignola dell’olivo. Mettendo a dimora nell’oliveto alcune piante di varietà a drupa grossa suscettibili facendole svolgere la funzione di esca svolgere  funzione di esca. Inoltre i nemici naturali della tignola dell’olivo sono Chelonus eleaphilus, Ageneaspis fuscicollis e, disponibile sul mercato, Bacillus thuringiensis. La presenza di queste piante limita l’attacco di tignola dell’olivo: Cappero e Ginestrella.
Quali sono i fattori naturali che di fatto controllano la Cocciniglia nera dell'olivo (Saissetia oleae Olivier, 1791)? Le basse temperature invernali determinano elevata mortalità sia delle uova che delle neanidi di prima-seconda-terza età. Le alte temperature estive determinano mortalità delle neanidi di prima età. Le nostre scelte agronomiche possono controllare la Cocciniglia nera dell'olivo. Possiamo farlo con la potatura che riduce l'ombreggiamento e l'umidità relativa nelle parti interne della chioma. Ciò va ad influire negativamente sullo sviluppo della cocciniglia. La potatura permette di asportare parti di piante attaccate. L’altra scelta agronomica è quella di limitare le concimazioni azotate e i sovesci. Nel Salento i sesti d'impianto ampi favoriscono una buona illuminazione e aereazione. Bisogna moderare gli interventi irrigui . E’ molto consigliata la consociazione con le piante di fico che tante volte vediamo negli oliveti. I nemici naturali della Cocciniglia nera dell'olivo sono: Chilocorus bipustulatus, Exochomus quadripustulatus, Scutellista cyanea, Moranila californica Eublemma scitula. Coccophagus spp, Diversinervus spp, Metaphycus in particolare il M. swirskii, il M. bartletti,  il M. helvolus e il M. lounburyi. Tra i funghi abbiamo il Cephalosporium lecanii e specie del genere Isaria. Le piante utili: Cardo, Carlina, Calcatreppola, Mirto, Lentisco, Fico.
Le nostre scelte agronomiche possono controllare il rodilegno giallo, o falena leopardo (Zeuzera pyrina (Linnaeus, 1761)) che è un lepidottero appartenente alla famiglia Cossidae, diffuso in Europa. Un accurata potatura dell'olivo limita gli attacchi e permette di asportare i rami danneggiati dall'insetto. L'irrigazione rende le piante  più suscettibili agli attacchi. Le cultivar di olive da mensa sono più suscettibili rispetto a quelle da olio.   I nemici naturali del rodilegno sono: Uccelli, Apanteles sp., Microdus conspicuus, Pristomerus vulnerator, Rhaphitelus maculatus, Verticillium lecanii, Beauveria bassiana. Oziorrinco (Otiorhynchus Germar, 1822) che è un genere di coleotteri curculionidi comprendente oltre 1500 specie, note con il nome comune di oziorinchi hanno nemici naturali: Forficula sp. Nematodi entomopatogeni, Bauveria. Quali sono i fattori naturali che di fatto controllano la tignola verde dell'olivo, Palpita unionalis, o margaronia che è una piccola farfalla appartenente all'ordine dei lepidotteri? Le basse temperature 9-10°C rappresentano un ostacolo allo sviluppo dell'insetto. Ha i seguenti nemici naturali: Ragni, Ditteri, Sirfidi, Neurotteri crisopidi, Apanteles xanthostigmus, Nemorilla maculosa.
Quali sono i fattori naturali che di fatto controllano l’Occhio di Pavone (Spilocea oleagina)? Le temperature superiori a 25°C o inferiori a 5-10°C rappresentano un limite per l'avvio delle infezioni.  Elevata umidità e le piogge favoriscono l'attività del patogeno. Le nostre scelte agronomiche possono controllare l’Occhio di Pavone basta eseguire ogni anno la potatura per evitare il formarsi di chiome dense e favorire i ristagni di umidità. Evitare l'irrigazione per aspersione sovrachioma e i sesti d'impianto troppo stretti che favoriscono i ristagni di umidità.  Poi c’è la la Fumaggine, o Nerume, dell’olivo che è una malattia causata da diversi funghi che si sviluppano nutrendosi della "melata", cioè la secrezione zuccherina emessa dalle cocciniglie eventualmente presenti sulla pianta. Questi funghi si sviluppano in particolar modo sulle foglie, andando a imbrattarle e ricoprirle di una sottile patina nerastra, chiamata appunto "fumaggine". La pianta colpita da fumaggine va incontro a deperimento e indebolimento. Per prevenire lo sviluppo di fumaggine si consiglia come prima cosa di controllare ed eliminare l’eventuale presenza di cocciniglie sulla pianta.
Il clima estivo caldo e secco rallenta l'attività dei funghi, mentre il clima autunnale caldo umido favorisce lo sviluppo. La rogna dell'olivo è determinata da un batterio: Pseudomonas savastanoi pv savastanoi. Le alte temperature sfavoriscono le infezioni, mentre le basse temperature provocando microferite favoriscono il batterio. La pioggia e l'umidità  facilitano il propagarsi della rogna. La potatura permette di eliminare i rametti attaccati e quindi allontanare l'inoculo. Evitare la raccolta tramite la bacchiatura che provocano ferite sui rami.
Infine le buone pratiche agricole per il controllo diretto dei parassiti e delle malattie fungine e batteriche dell’olivo
E’ consigliabile utilizzare i mezzi tecnici per il controllo diretto solo se necessario, in particolare per i prodotti a base di rame. Mosca delle olive: Esche avvelenate con piretro naturale o con rotenone contro gli adulti. Polisolfuro di calcio, zolfo, poltiglia bordolese, oli essenziali rendono meno ricettivo o repellente la drupa per le ovideposizioni. Tignola dell'olivo: Bacillus thuringiensis Cocciniglia nera dell'olivo: Olio bianco Oziorrinco: barriere protettive Margaronia: Bacillus thuringiensis Occhio di Pavone: Derivati rameici Fumaggine: Prodotti rameici, Sapone molle di potassio. Rogna: Derivati rameici

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