Ho voglia di dirti buongiorno. Anche di notte, quando il vento ci sconvolge la casa. Quando ci rincorre per i corridoi di un’esistenza che non sappiamo bene dove ci stia portando. Voglio dirtelo per strada, in mezzo a strade che non conosciamo e che ci portiamo sotto braccio nei pub sudati. Mentre fumo una sigaretta scaduta.
I tuoi piccoli giorni nel tuo macrouniverso, fatto di treni, di ansie come cieli nuvolosi come milioni di alberi che si spengono come se parlandoci riuscissi a guarire dalla mia febbre fredda. Dalla mia sete di scrivere ciò che vorrei, dalla tua sete di voler leggere tutto e subito. Ho voglia di dirti buongiorno alle 7.15 di mattina, quando ancora dormo ma vorrei essere sveglio per sapere che treno prenderai. La mia vita è un suicidio di idee, di pagine di parole messe in ordine casuale e perdute. E’ un olocausto di frasi che avrei dovuto dire, di virgole distratte, di punti fermi alla fine di qualcosa. Vorrei incollare la fotografia delle tue labbra agli angoli di tutte i quartieri del mondo e scriverci sopra una marea di virgole e punti e ogni altra parola che non riesco a ricordare.
Ho voglia di dirti buongiorno. Ogni giorno. Anche adesso.