Buoni a nulla: Gianni Di Gregorio, per una volta dico no

Creato il 19 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il giudizio di Elisabetta Bartucca

Summary:

Giovani, rampanti e veloci. Non c’è spazio per la lentezza, largo ai rottamatori: il nuovo avanza, e poco importa se non ci si riesce ad adattare. Ai tempi della digitalizzazione, del tutto e subito, dell’informazione mordi e fuggi, non c’è più posto per il giornale del mattino, per il vecchio mansueto e rassicurante ‘posto pubblico’, non c’è più posto per i ‘fannulloni’ o per un’intera generazione di sessantenni troppo vecchi per un sistema destinato a fagocitarli, ma ancora troppo giovani per potersi godere una pensione. Nessuna possibilità di sopravvivere per i buoni, miti e obbedienti osservatori del quieto vivere: il mondo corre in una direzione che ha come unico merito quello di obbligare i ‘tiepidi di cuore’ a dire di no e per una volta a imporsi e farsi ascoltare.

Gianni, il protagonista di Buoni a nulla, è uno di loro, un impiegato ‘old school’ alle prese con le continue quotidiane angherie di famiglia, colleghi e amici, schiavizzato dalle invadenze della ex moglie, inadeguato al nuovo ambiente di lavoro in cui è stato trasferito a pochi giorni da una pensione che per il momento non arriverà, visto la riforma che si abbatte sul povero ‘uomo senza qualità’ come un fulmine a ciel sereno.

Mite e gentile fino a quando non si renderà conto che è arrivato il momento di reagire, rompere gli argini e per una volta farsi rispettare adeguandosi a una vita contemporanea che sta oltre il suo vecchio appartamento nel cuore di Trastevere a Roma, oltre i suoi anziani brontoloni vicini di casa (Ugo Gregoretti e Giovanna Cau), aldilà di quel Grande Raccordo Anulare, nel freddo e minimalista arredamento del nuovo ufficio.

Buoni a nulla (distribuita in sala dal 23 ottobre dalla Bim) sarà forse l’ultimo atto delle sue tragicomiche vicissitudini, iniziate nel 2008 con “Pranzo di ferragosto” e proseguite tre anni dopo con “Gianni e le donne”; il regista Gianni Di Gregorio chiude idealmente un ciclo, con l’ironia e la compostezza che ormai gli appartengono, tratteggiando in punta di penna una commedia corale capace di riscattare quelli che una società trita-tutto etichetta come ‘buoni a nulla’, troppo buoni per dire di no. Almeno fino al momento liberatorio della ribellione, che in questo caso innesca un processo comico grottesco in grado di restituire lo spaccato di un’umanità tutta italiana.

E in questo viaggio verso la riconquista di sé e dei propri desideri, Gianni non è solo: gli fa compagnia una galleria di tipi umani caratterizzati ognuno da una solitudine propria. Caratteri che Di Gregorio riesce sapientemente a far interagire, raccontando senza ipocrisie la quotidianità della procace e giovane collega, Cinzia (Valentina Lodovini), o dell’indifeso e di lei follemente innamorato Marco (Marco Marzocca), della direttrice ‘cattiva’ (Anna Bonaiuto) o dell’ impiegato doppio giochista (Gianfelice Imparato).

Il ribaltamento dei ruoli e la leggerezza con cui il regista porta avanti la storia fanno di Buoni a nulla una commedia umana, un piccolo saggio dove i prototipi di buono e cattivo sfumano l’uno nell’altro.

di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net


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