Buoni libro: il popolo degli esclusi

Creato il 18 settembre 2010 da Manuelapeace

Sono in gran parte famiglie di impiegati coloro che speravano nei buoni libro per tamponare, anche se in minima parte, il salasso dell’inizio scuola. Ed ecco la drammatica sorpresa: se non sei poverissimo, se non vivi sotto i ponti o in un alloggio di fortuna, se ancora riesci a mettere insieme il pranzo con la cena e non sei vestito di stracci, significa che sei ricco e che ti puoi ben permettere di corredare il tuoi figli di tutto quanto occorre per lo studio. L’assessore alle Politiche educative, Laura Marsilio, ha dichiarato: “Con i buoni libro e i buoni borse di studio si dà un aiuto concreto alle famiglie - anche quest’anno, infatti, l’amministrazione ha destinato nel proprio bilancio i fondi che, in aggiunta a quelli statali trasferiti dalla Regione Lazio, consentono di supportare i genitori nei costi per l’istruzione dei figli. Investire nella scuola e sostenere il diritto allo studio significa, infatti, garantire un futuro migliore per i nostri ragazzi“.
Peccato che il gentile assessore (una che visitando una scuola romana dove è alta la presenza di bimbi stranieri ha dichiarato “I figli degli immigrati nati in Italia sono stranieri, non possiamo considerarli italiani“),  non dica che gli aventi diritto devono avere un ISEE non superiore ai 10.632,94 euro, contro i quasi 18.000 dell’anno scorso. Come a dire che chi ha un Isee di 10.633 euro, 886 euro al mese, può ampiamente sostenere le carestosissime spese per l’istruzione dei propri figli. E non dice neanche, il nostro garbato assessore, che quei buoni vanno a coprire solo una piccola parte delle spese per libri e materiale scolastico. Facciamo l’esempio di un  ragazzo al primo anno di liceo che, senza considerare tutto il resto di quaderni, compassi,  vocabolari, deve spendere  tra i 700 e i 900 euro e il contributo è di 150 euro per i libri e 150 per il materiale didattico. Di seguito gli importi dei contributi.

Per i libri di testo i contributi erogati sono pari a :
- Scuola secondaria I grado – I classe € 150,00
- Scuola secondaria I grado – II classe € 65,00
- Scuola secondaria I grado – III classe € 75,00
- Scuola secondaria II grado – I classe € 170,00
- Scuola secondaria II grado – III classe € 110,00
- Scuola secondaria II grado – II, IV e V classe € 95,00

Per il materiale didattico (”Borsa di studio”) i contributi erogati sono pari a:
- Scuola secondaria I grado – I classe € 150,00
- Scuola secondaria I grado – II classe € 65,00
- Scuola secondaria I grado – III classe € 75,00
- Scuola secondaria II grado – I classe € 170,00
- Scuola secondaria II grado – III classe € 110,00
- Scuola secondaria II grado – II, IV e V classe € 95,00
- Scuola primaria – I classe € 95,00
- Scuola primaria – altre classi € 55,00

I libri di testo sono rincarati parecchio rispetto agli scorsi anni, i professori e le case editrici impongono nuove edizioni di un libro che magari nella scorsa edizione trattava la rivoluzione industriale a pagina quattordici ed ora ce l’ha spostata a pagina 33, e quindi non va neppure più bene acquistarlo usato. Troppa gente già vessata da cassa integrazione, tagli di personale, aumento di tasse, della benzina e di un’infinità di beni primari, contava su quel piccolo contributo e solo in questi giorni si è accorta, sgranando gli occhi, credendo di aver capito male, telefonando alle segreterie delle scuole, che no…aveva capito bene, che se ha ancora (per quanto?) un tetto sulla testa, forse in affitto o che forse terminerà di pagare tra vent’anni, potrà pure permettersi di pagare cifre esagerate per la sacrosanta istruzione dei figli.

Sono indignata e nauseata e delusa e arrabbiata, abbiamo sopportato di tutto negli ultimi anni, dai tagli alla scuola al rincaro del pane, dall’ idea di privatizzare l’acqua a tante richieste di sacrifici da parte di politici di vari colori. Ok, li abbiamo fatti, li facciamo ogni giorno ’sti sacrifici, li stiamo facendo, cos’altro volete? Ma la domanda sorge spontanea: ma quand’è che anche la classe politica, per il bene del paese (con la p minuscola, perchè la maiuscola non la merita) si decide a fare qualche sacrificio? Che so,  prendere l’autobus per una settimana, o pagarsi un viaggio aereo o un barbiere di tasca propria, una volta tanto, per esempio. Forse così si potrebbe mettere da parte qualche euro da destinare all’istruzione o agli aiuti alle famiglie. Non mi risulta che qualcuno di questi signori e signore  abbia chiesto scusa alle migliaia di persone che sono rimaste escluse dai buoni libro. Però sono ottimisti, si parlano addosso su quanto sono stati bravi a garantire un futuro migliore, e tanta gente gli dirà pure grazie, senza accorgersi che già solo rispetto allo scorso è stato fato un gigantesco passo indietro.

E noi italiani, popolo di poeti, eroi, navigatori e soprattutto di grandi spettatori, quand’è che cominceremo a smetterla di essere, appunto, spettatori?


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