Dunque…i sensi di colpa.
Analizziamo i generali, diabolici e sempreverdi sensi di colpa.
Dieta. E’ inutile anche solo ricordarsi di iniziarla, la facciamo tutti automaticamente dal 2 gennaio e i più diabolici dopo il 7…ma tutti ci schiantiamo in palestra a gennaio, afflitti dai sensi di colpa per le mega abbuffate. Tutto ciò mi causa enorme tristezza e indicibile senso di nausea. Perchè siamo così coglioni?
E mi ci metto pure io, badate bene. Ho già adocchiato la prossima palestra vittima delle mie seghe mentali e fisiche, inizierò per l’appunto dal 2 gennaio. Ma non è un buon proposito il mio, inizio ad andare in palestra e basta.
Fare quella cosa che vogliamo fare da tanto tempo e non ci riusciamo. Tutti hanno quella cosa in testa che rimandano sempre e ogni 31 dicembre si propongono di mettercela tutta per realizzarla. Io ho passato troppi 31 dicembre a dirmi che dovevo farla. Adesso non me lo propongo più. E ho capito che devo fare così se voglio ottenere qualcosa: non stressarmi.
E questi sono i generali. Poi c’è il “sarò più buono” che ormai penso non vada più di moda se non il 25 dicembre ( e ha validità solo dalle ore 00:00 alle 24 del medesimo giorno). Ultimamente va di voga il new age “Sarò una persona migliore”, come se fino ad adesso foste stati esseri spregevoli e inavvicinabili.
Non vado oltre, qui ognuno può aggiungerci il senso di colpa-buon proposito che più gli si addice e farci due ragionamenti sopra.
Perchè arriviamo alla fine dell’anno con il carico bello pieno di sta roba che non fa altro che appensantirci l’animo?
Perchè ogni anno si ripete questo stupido teatrino mentale? Magari voi non li fate i buoni propositi e siete senza sensi di colpa di fine anno, beati voi. Ma forse là fuori c’è qualche disgraziato come me che inizia a pensare al 2013, a quello che farà, a come lo farà con la speranza di farlo meglio di quest’anno. Riponiamo, anzi ripongo un’estrema fiducia in quel rintocco che il 31 dicembre segnerà il passaggio al nuovo anno, come se fosse per me l’ennesima opportunità che il destino ha deciso di concedermi per fare qualcosa di buono, di grande. Come se tutto quello che ho fatto fino ad adesso non valesse niente. Ma come niente?
Mi sto autoanalizzando, sono in pieno delirio e scusate il fracassamento di maroni che vi sto offrendo.
Mi piacerebbe arrivare a fine anno senza questo fardello, mi piacerebbe che il 2013 finisse, per me, con questo pensiero: “Speriamo che il prossimo anno sia come questo”.
E qui finisce il capitolo buoni propositi, adesso veniamo alle speranze. Quelle robe lì, quelle cose che non muoiono mai.
Un mondo migliore, meno fame nel mondo, più equità sociale…etc….da quanto tempo ci sono queste speranze? Non ne ho idea, Ma so che anche in questo caso verso la fine dell’anno il pianeta terra e i suoi abitanti si pongono questi interrogativi.
Oddio, non tutti. o almeno non nello stesso ordine. Quelli di Mediaset si preoccupano più che altro che tu continui a guardarli con il sorriso stampato in faccia, tanto che hanno fatto uno spot che sembra la reclame di un dentifricio….la Vodafone ha riposto le sue speranze di vendita in un orso, il Nano si augura che gli italiani siano così coglioni da votarlo di nuovo, Monti prova a diventare grande e noi italiani, più che un mondo migliore e più equo (che senza dubbio tutti ci auguriamo) viviamo con la paura dell’esito delle elezioni di febbraio. E la speranza che finalmente le cose possano cambiare.
Per noi italiani la speranza è questa. Un governo migliore. Per gli africani è più cibo, più salute e più diritti, per gli americani la speranza è di non essere massacrati dalle tasse, per la Merkel l’augurio più grande è di non fare la fine della Spagna e per la Spagna è quello di fare la fine della Germania. Per la Francia la speranza è di non rimetterci tra i due contendenti. Per l’Inghilterra la speranza è che il figlio di William e Kate sia maschio, per la Corea del sud è che Psy sforni un altro successone da paura come Gangnam style (che la sottoscritta ancora non riesce a comprenderne la bellezza) così da tenere alta la bandiera. L’Australia si distingue: qui la speranza è che le cose continuino ad andare così che vanno alla grande.
Insomma ogni popolo ha il suo auspicio personale per il 2013. Nessuno però mette al primo posto la fame nel mondo o il rispetto per l’ambiente. Ci sono queste cose, ma vengono dopo la soddisfazione di bisogni più impellenti, urgenti e personali. Ce ne sono troppi, questo è il problema. Troppi disagi e pensieri affliggono il mondo di oggi, sia quello ricco sia quello povero.
Il mondo sarà davvero a livelli strepitosi quando ognuno di noi metterà al primo posto quei desideri che adesso stanno all’ultimo. Ma temo che quel giorno non arriverà mai.
E qui ho terminato. Cosa volevo dire con tutto ciò? Boh!
Un post strano e delirante per dire che i buoni propositi non esistono, a meno che non siano del tutto nuovi. E i sensi di colpa vanno banditi dalla propria mente, a meno che non abbiate ammazzato qualcuno, allora magari aspettate un attimo.
Non arrivate, non arriviamo a fine anno con mille nuove idee per quello successivo, perchè c’è il rischio di finire il prossimo anno allo stesso modo. Proviamo a vivere ogni anno al meglio e a gioire, quando finisce, di ciò che si è fatto e fare autocritica per ciò che è andato male. Ma non gettiamolo via con la speranza che quello dopo sia totalmente diverso.
Ogni anno porta con sè esperienze buone ed esperienze negative. Facciamone tesoro, invece che cancellarlo.
Ripeto, questa in realtà è una sessione di autoanalisi aperta a tutti ma rivolta sostanzialmente a me.
Buon….buon tutto a tutti!
La Maga in pieno delirio di fine anno