Sto ragionando. Vorrei fare il punto con me stessa. Immagino un approdo dove la mia barchetta dalle vele rattoppate trovi riparo in uno specchio d’acqua ferma, nel corso di lunghe giornate luminose e calme. Arriveranno, non dipende che da me. E io lo voglio.
A un certo punto della mia vita ho smesso di interpretare il mondo, di leggerlo attraverso la letteratura e la poesia. Sotto una forte motivazione personale, chiamiamolo istinto di sopravvivenza, ho iniziato a viverlo. Sempre armata di buone intenzioni e di onestà ho osato, e ho commesso anche molti errori.
Ho vissuto e sbagliato, riprovato, accettato, non accettato. Ho lasciato correre. Ho combattuto. Alla fine, il risultato è stato proprio quello che immaginavo per me da quando ero una bambina. Ho fatto il bene mio e di altri. Ne sono convinta, la fortuna aiuta chi si dà da fare. Mi sono ritrovata a impersonare un’entità granitica.
Sarà un caso, ma dopo questa sbornia di concretezza durata decenni, da che ho ripreso i libri in mano, ho ripreso anche a dubitare. E col dubbio, è arrivato il precipizio. Ma i libri in mano sono tornati perché, prepotente come la spinta uguale e contraria che generò la prima decisione, ho sentito di dover andare oltre la semplice frase: io sto bene. La vita lo richiedeva e non potevo fare altro che darle retta.
Chissà, magari quando si moriva poco oltre i quarant’anni, non era così importante rimettere in discussione i propri punti fermi. Oggi però, se giunge il dubbio, credo che sia fondamentale non lasciarlo inaffrontato. Ancora una volta, è una questione di senso di responsabilità. Nell’ordine, verso sé stessi, e subito dopo verso chi ci ama, o semplicemente ci tiene gli occhi addosso come un riferimento.
Un tempo avevo abbandonato la lettura e la scrittura perché avevo capito, di più, sperimentato, che non è lì che si trova la soluzione al proprio personalissimo caso. Leggere, scrivere, non sono azioni necessarie per imparare a vivere. Lo è il vivere.
Io, che mi capisco e mi conosco, so chi sono e da dove vengo, ho scelto di aggiungere nuove esperienze a quelle che mi hanno permesso di arrivare dove sono adesso. Vorrei sperimentarle con la letteratura, e per ora sto cercando di capire come, si tratta di uno strumento come un altro.
Ho ricominciato a leggere e scrivere da meno di tre anni, addirittura riprendendo in mano testi di grammatica, all’inizio. La vita ha preso quasi subito un nuovo corso. Lo so e lo sento. Ed è insieme terribile e bellissimo, ma non ne ho paura, so maneggiare l’esistenza.
Nessun essere vivente verrà mai torturato durante la lavorazione di questo nuovo film, che forse non verrà mai prodotto da nessuno ma sarà, unico e irripetibile, il mio.
Oggi che sono consapevole e responsabile, se sbaglierò (e so che potrà accadere), saprò per cosa e a chi chiedere scusa.
- … E quindi?
- Un paio d’ore al giorno, magari dalle cinque alle sette del mattino, le utilizzerò per affinare il mio progetto di lungo corso.
- Mah.
- Post sul blog centellinati.
- Seh.
- Esperienze di vita vissuta consapevolmente, rielaborata a ogni pié sospinto.
- Uh, uh!
- Si può sapere che ti ridi?
- Hai prenotato le vacanze?
- No.
- Sarebbe il caso.