Ora ne cominciano a parlare cani e porci, ma vabbè, sappiate che il vostro blogger vi ha subito pensato e scritto un pezzo esclusivo. Per voi. E sappiate anche che sono ancora vivo, che -tanto siamo in tema negozi- a Roma hanno aperto Balenciaga e Louboutin, e che aprira Jil Sander. Detto questo, godetevi il pezzo.Il vostro ancora vivo blogger.
Avete presente quando si dice "coniugare tradizione e modernità"? Parrebbe semplicemente il classico detto trito e ritrito. Ciò non impedisce a Burberry di applicarlo tremendamente bene. Disarmante. A qualunque sfilata, a costo di dover patire sotto 40 gradi all'ombra prima di squagliarsi come una barretta di cioccolato kinder che vi scordate in tasca, sarà presente un trench. Perchè Burberry è tutto "heritage": e il trench, e il cavaliere equestre, e la Britishness, e ancora il trench.
Ma Burberry è anche attenta a ogni singolo trend della rete: passerelle trasmesse streaming, pagina Facebook con tanti fan quanto gli abitanti Dell'australia (non è vero, ma manca poco), tweet costanti, pinterest, G+ (sì, quello strano social network con cui google sta stalkerando ossessivamente tutti noi blogger), etc etc.E ora hanno aperto un nuovo, innovativo flagship store a Londra, la città dove tutto ebbe inizio. Sì, perchè Burberry, per ricollegarci al discorso dell'"heritage", sta a Londra come il brutto tempo, gli arabi impaccati di soldi o i brutti Corgi della regina Elisabetta (possa Monty riposare in pace).
La location non è nuova, ma la marca ha del tutto ristrutturato e, immagino, ampliato a dovere, gli spazi del negozio (2500 mq. Manco so quanti siano). Il negozio, dalle foto, sembra essere lì da sempre, e si preannuncia a entrare nel novero ei grandi flagships. Quelli il cui indirizzo ormai è diventato identificativo del loro brand: 24 Faubourg (Hermès), 13 rue de la Paix (Cartier), 31 Montaigne (Dior)... Tutti indirizzi che parlano da soli, per gli amanti della moda.
E c'è anche la galleria della memoria storica, ora occupata da una mostra sui trench (comincio a capire che fine abbiano fatto i vecchi trench esposti al negozio di Roma...).Insomma, ritorna ancora il concetto della tradizione, qua inteso come conservazione del luogo del negozio, che così è reso unico e caratteristico. Ma poi tutto è intriso di tecnologia e modernità: fibre ottiche, a kilometri e kilometri, coprono l'intero negozio. Nei camerini, gli specchi sono avveniristici schermi su cui vengono proiettate informazioni dei prodotti che si stanno provando.Poi ci sono le "solite attenzioni" che ogni negozio di lusso serio ha: pavimento di marmo intagliato e lavorato così da ottenere una particolare sfumatura di colore, balaustre di ottone realizzate ad hoc per Burberry e una collezione disponibile unicamente in loco (tralaltro molto lussuosa, con trench di coccodrillo o di piume dorate -questo dà un po' un effetto gallina spiumata).
Bene. Ora che ho fatto la mia modesta pubblicità a Burberry, qualche riflessione: questo è uno dei brand più trasversali della moda: pochi sono così conosciuti (e comprati, almeno prima della crisi) dalle masse, insieme classici (trench e sciarpa, accoppiata perfetta) e modaioli (Prorsum). Forse solo Vuitton. Un modello da imitare. La democratizzazione del prodotto aveva inizialmente intaccato l'appeal lussuoso ed esclusivo. Burberry è stato per molto tempo sinonimo di "chav", truzzo in salsa inglese. Poi è arrivato Chiristopher Bailey, la gallina dalle uova d'oro (spalleggiato dalla CEO Angela ahrends). In poco tempo la marca è stata svecchiata e ingentilita. Ma qual è stata la ricetta vincente? Probabilmente fare si che le varie linee (Brit, giovane, London, classica, e Prorsum, di moda) viaggiassero in parallelo. E, come tutte le parallele che si rispettino, senza toccarsi mai.