Burdisso: ”Calciopoli, è stata persa un’occasione. La Juve sbaglia, l’Inter e Totti…”

Creato il 04 dicembre 2015 da Agentianonimi

Fonte foto: ilsecoloxix.it

È un’intervista a metà tra il personale ed il campo, quella rilasciata da Nicolas Burdisso alla Gazzetta dello Sport, ma che soprattutto ha regalato degli spunti interessanti a tutti gli appassionati di calcio, e non solo ai tifosi dell’Inter: già perchè, oltre a parlare di sè stesso, e svelare dei retroscena sulla malattia della figlia e sul suo vissuto personale, l’argentino si è anche esposto su Calciopoli, sfornando un giudizio decisamente caustico sulla Juventus, e sul modo in cui è stato gestito il più grande scandalo del nostro calcio.

Ecco le parole dell’attuale capitano del Genoa: ”Ho vissuto Calciopoli, e sono rimasto deluso: dopo che era stata scoperchiato il calderone, quello sarebbe stato il momento giusto per farsi certe domande ed invece, una volta che l’Italia ha vinto il Mondiale, tutto è passato in cavalleria e non è cambiato nulla. Ad un certo punto sembrava che i colpevoli fossimo noi dell’Inter, invece di vedere quello che era sotto gli occhi di tutti: c’era un lavoro scientifico, non solo il rigore contro, ma ammonizioni e falli mirati. E la Juve ancora espone gli scudetti revocati, un chiaro segno del fatto che non hanno capito di aver sbagliato”.

Burdisso ha poi parlato anche del Genoa, e dato il suo giudizio sulle big, e sulla stagione attualmente in corso: ”Genoa in crisi? Possiamo vincere lo stesso contro i nerazzurri, abbiamo gente in gamba come Izzo e Rincon, e poi c’è Perotti, che a me ricorda tantissimo Figo, per non parlare di Perin e di Gasperini, un rivoluzionario che a Milano non ha avuto il giusto supporto della società. Chi vedo meglio per lo scudetto? L’Inter ha carattere, la Roma tanta tecnica, ma il Napoli mischia alla perfezione le due cose: la Fiorentina, invece, è un gradino sotto”.

Uno spazio nell’intervista è stato dato anche ai ricordi delle esperienze con Roma ed Inter, e Burdisso si lascia andare ad un giudizio forte su Totti: ”Non dimenticherò mai quello che ha fatto Moratti per me e per mia figlia (malata di leucemia, ndr): all’Inter c’era una gestione familiare, come alla Roma coi Sensi o al Genoa con Preziosi, e la svolta c’è stata con l’arrivo di Mancini, che ha portato una leadership simile a quella che c’era altrove. Abbiamo avuto un rapporto ottimo, abbiamo litigato, ma anche vinto tanto insieme, ed ora mi sembra ancora più maturo e pronto a vincere. Le differenze tra Milano e Roma sono enormi: nella città meneghina c’è la pressione per la vittoria, ma si resta sempre coi piedi per terra, nella Capitale invece si passa da un eccesso all’altro, e questo non aiuta. Spalletti e Montella (definito da Burdisso uno dei suoi migliori tecnici, ndr), tra l’altro, impazzivano di rabbia per l’indolenza dei giocatori in allenamento: sembrava che allenandosi ti facessero un favore, all’Inter invece tutti davano il 200% per lottare per il posto e vincere. Totti? Non potrà mai essere un limite per la Roma, ma calcisticamente non è un leader che trascina gli altri: De Rossi si è fatto troppi scrupoli e non ha mai voluto scavalcarlo, ma è stato troppo buono”.

In chiusura, due parole su Adriano e sul suo futuro: ”A parte Messi, è lui il più forte con cui abbia mai giocato: era indescrivibile, si è perso perchè era troppo buono ed ingenuo. Cosa farò ”da grande”? Come diceva sempre Facchetti, dopo il ritiro vorrei fare l’uomo”.


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