Burghidu, il nuraghe della vergogna

Creato il 21 agosto 2010 da Zfrantziscu
di Daniel Sotgia
Ho visitato recentemente il sito nuragico di Burghidu, in agro di Ozieri. Come sempre faccio prima di recarmi ovunque ci siano testimonianze storiche di qualunque epoca, ho provveduto a reperire informazioni sul sito stesso e come dato dominante ricevevo quello che il Nuraghe Burghidu è pericoloso per via di crolli e cedimenti strutturali che stanno interessando da chissà quanto tempo questo maestoso esemplare.
Nel punto più alto, ovvero quello che maggiormente affiora dal terreno, il mastio centrale raggiunge almeno i 15 metri di altezza e le fattezze di questa torre sono tali per cui lo studio che si potrebbe condurre sarebbe davvero notevole, per le tecniche di costruzione dei nuragici da una parte e per evitare in futuro errori commessi da noi “uomini moderni” in quanto a incuria e insensibilità storica e culturale dall’altra.
Nella disgrazia del danno che il tempo e la negligenza umana hanno causato a questo mirabile esempio di architettura nuragica, un elemento positivo c’è: il crollo ci permette di vedere una sezione perfetta del Nuraghe, in maniera tale che oggi si può apprezzare la tecnica costruttiva impiegata in questo sito.
Ma ciò non deve consolarci e non deve lasciarci inattivi ancora per troppo tempo. Il Nuraghe Burghidu versa in uno stato drammatico di conservazione. La
Sovrintendenza, il Comune di Ozieri, la Comunità Montana, i proprietari del terreno su cui sorge il Nuraghe, o chi per loro, hanno piazzato sul posto un cartello molto eloquente con scritto: PERICOLO CROLLI. Ovviamente il solito buontempone ha provveduto a impallinare il cartello per renderlo ancora più precario e il bestiame che pascola inconsapevole sulla piana del Nuraghe, magari nell’atto di grattarsi qualche parte del corpo difficilmente raggiungibile, ha ben pensato di utilizzare il cartello istituzionale, piegandolo clamorosamente al suolo.
Entrare in quel Nuraghe significa rischiare la vita, e non è un eufemismo. Ormai ridotto a nido d’uccelli di ogni sorta, con i pavimenti completamente ricoperti di guano e le pareti schizzate dallo stesso e il conseguente odore fetido che ammorba l’intero sito, il Nuraghe Burghidu attende, ormai da secoli io credo, un intervento serio e tempestivo, quantomeno di puntellamento, onde evitare ulteriori disfaciment..
Parole al vento. Il Nuraghe rimarrà, ahinoi, così per chissà quanto tempo ancora, senza che qualcuno si accorga di ciò che esso rappresenta. Un gioiello incustodito che urla nella piana di Chilivani tutta la nostra vergogna. Vergogna di un popolo che non raccoglie le spoglie del suo passato storico e che non si cura se testimonianze importantissime di una civiltà, la prima civiltà in quanto tale in Europa, crollano, collassano e spariscono nei meandri del tempo.