Burundi /Centre Jeunes Kamenge/ Un libro ne racconta la nascita e la motivazione

Creato il 17 aprile 2012 da Marianna06

Elena Patoner, una giovane donna di Rovereto, laureata all'università di Innsbruck in Scienze dell'educazione, comincia ad occuparsi d'Africa seriamente nel 2004  e polarizza subito la sua attenzione sul Burundi, dove negli anni '90 era scoppiata una guerra tremenda, senza esclusione di colpi, tra hutu e tutsi, le due etnìe principali del Paese africano.

Nota in seguito con la denominazione di "piccolo" genocidio.

Dall'approfondimento del tema e da esperienze dirette ,vissute poi  sul campo, nasce, qualche anno dopo, nel 2008, per suo merito un libro che racconta cosa è stata quell' inenarrabile guerra civile,prodotta da rivalità volute "altrove" e la nascita come risposta, al termine delle stragi, del Centre Jeunes Kamenge.

Un luogo d'incontro il Centro dove, ancora oggi, i giovani burundesi, hutu e tutsi, che vi affluiscono sono almeno 30mila e dove s'impara ad apprendere cosa vuol dire riconciliazione autentica e sopratutto pace.

E questo dopo che in quegli anni '90 il Burundi, rispetto al resto del mondo, era sprofondato addirittura al 1620 posto nella lista dello sviluppo umano, redatta dall'ONU.

La Patoner, che nel Centre, svolgeattualmente il compito di formatrice dei giovani, si occupa di ragazzi e ragazze che vanno dai 15 ai 30 anni d'età, e insegna loro i principi della "non violenza" di gandiana memoria.

Leggere il suo libro,  un livre de chevet, è  l'occasione per riflettere  su come il camminare insieme, rispetto a divisioni e antagonismi pretestuosi, sia un valore ovunque e comunque.

In Africa certo, dove situazioni del genere possono essere più frequenti per mille ragioni. 

Ma diciamo che anche il nostro Paese non è proprio immunizzato. 

A casa nostra,  malattia terribile ma reale, il razzismo strisciante ci prova sempre ad insinuarsi. 

E, purtroppo ,qualche volta fa breccia nel muro.

Le cronache dei "media", seguite con attenzione, fanno scuola un giorno sì e l'altro pure.

Ricordate, tanto per fare un esempio, Firenze  e quei giovani senegalesi, uccisi in pieno centro -città? 

Dal Burundi a noi.

Il passo è breve. Anzi, io direi, brevissimo. Specie se si abbassa la guardia e l'attenzione cala.

 E Firenze non è certo un caso isolato nella nostra storia recente.

   A cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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