Naturalmente avevo il mio fedele taccuino su cui annotare i programmi delle lezioni, i termini che non conoscevo, le idee vaganti e i disegni dei bimbi. Una volta ogni due o tre giorni, ma senza regola fissa, andavo a Busia per procurarmi acqua, ricariche telefoniche, libri, cibo, o per spedire mail alla Computer School. Una regione del mio cervello ha occupato qualche ora di tempo libero per appurare se il Lugandan, la lingua ufficiale ugandese, e la sua variante busiese, il Samìa, fossero flessive (no) o ergative (nemmeno). Probabilmente sono isolanti, ma per affermarlo con sicurezza mi ci sarebbe voluta una conoscenza più estensiva della loro grammatica.
[continua]