Succede che si senta il desiderio di condividere con qualcuno del quale ti fidi, un momento delicato della nostra vita. Accade che dopo mesi di silenzio si senta il bisogno preponderante di di parlare, di vuotare il sacco e di sentirci accolti, abbracciati e non giudicati. E’ una necessità fisica, normale, un bisogno primordiale, il bisogno di comprendere che non si è da soli a soffrire e che i miei dispiaceri e disagi sono simili se non più grandi a quelli di milioni di altre persone.Ma mentre il nostro essere grida e ha bisogno d’aiuto, non vede e non sente ragioni. Crede di essere l’unico a soffrire e che un sofferenza così grande e brutta ce l’abbiamo solo noi. C’è un enorme bisogno di essere confortati, accettati nelle nostre complessità, nessuno ha un grand tempo per stare più ad ascoltare il prossimo. Nemmeno i preti e le suore, che gestiscono due/tre parrocchie allo stesso tempo. E quindi facendo troppo cose insieme la fanno male, corrono di qua e di là a dire Messa, ma in realtà non hanno tempo per nessuno. Abbiamo il diritto ed il dovere di essere ascoltati e capiti, confortati e consigliati per il nostro bene. Ascoltare, capire, confortare, consigliare son oche quasi nessuno usa più. erbi che nessuno usa più. Manca il tempo.. Pensiamo e crediamo ci possa fare un gran bene all’anima ed al cuore riuscire a trovare una persona che lo faccia e ci assista, soprattutto quando non vediamo la via d’uscita ai nostri drammi interiori. Quando meno ce l’aspettiamo e siamo al limite della disperazione accade invece all’improvviso, qualcosa di meraviglioso ed inaspettato come per magia. Ti aprono una porta e ti invitano ad entrare con semplicità e naturalezza.. Tu varchi dapprima titubante quella soglia, poi ti togli la giacca e con aria spaurita accetti di sederti, il tuo corpo si distende e pian piano ti rendi conto che non sei solo. Come se volessi srotolare quel gomitolo d’acciaio che ti avvolge da mesi. In fin dei conti non aspettavi altro! Speravi che accadesse, che qualcuno ti aprisse la sua porta ed il suo cuore senza farti sentire a disagio. Tu volevi parlare e confidarti con quella persona e non con un’altra, perché sapevi che lei ti avrebbe potuta capire ed ascoltare. Certo un altro essere umano non è in grado di toglierti il dolore acuto che senti, non fa il dentista che estratto il dente, via il dolore! Ma una persona intelligente, sensibile, che ha sofferto, ed è passata attraverso il dolore, quello vero che ti forgia, che ti fa crescere avrà sempre qualcosa da insegnarti e da trasmetterti. Solo chi ha sofferto veramente sa tirare fuori le parole, sa proferire quelle giuste che ti colpiscono nel tuo io più profondo, gli escono spontanee e ti capisce guardandoti negli occhi. Si crea empatia, scendono lacrime vere e non di circostanza ed i nervi si distendono, non te l’aspettavi ma è così!Si forma un cerchio magico dentro al quale ci siete tu e quella persona, finalmente ti senti capita e allora parli come un fiume in piena, non hai vergogna e comprendi che sei lì e sei nel posto giusto, con la persona giusta. Se solo avessimo il coraggio di bussare a quella porta molto più di quanto non facciamo, riceveremmo in cambio aiuto e comprensione inaspettati. Dobbiamo solo avere fiducia e seguire la strada che il cuore ci indica: io oggi l’ho fatto e ho ottenuto un grandissimo regalo. Inaspettato ma concreto. Grazie.