Butta merda

Creato il 24 novembre 2010 da Aronne

 Quello di giornalista, come tutti i mestieri, deve avere dei momenti durissimi. Le difficoltà non sono di carattere fisico, ma mentale. E’ frustrante ogni giorno dover scrivere un pezzo, doversi documentare per poter dire sempre qualcosa di non banale, qualcosa che anche il meno esperto di ogni ciascun argomento possa trovare di una qualche utilità. Tra i giornalisti, quella dei critici televisivi penso sia la categoria più a rischio. Ed infatti Aldo Grasso sul Corriere conferma questa tesi. Nell’articolo che firma oggi sul Corriere se la prende con Vieni Via con Me, il programma del momento. Che frustrazione deve aver provato in questi giorni. Lui deve scrivere di TV e quindi se c’è un programma del momento devi scrivere di quello. Anche se non ti piace, anche se non lo hai visto.  


  

E così sei lì a rigirarti nel letto, a riguardartelo in differita perché il Direttore ti ha detto:“Scriviamo qualcosa su Vieni Via con me”. D'altronde se fa tanto successo il programma, chissà quanti lettori dell’articolo, no? Grasso: “C'è chi ha parlato di fine del modello tv berlusconiano (grazie a Endemol, che è di Berlusconi)” Embè, vorrebbe dire che una casa a Milano2 non risolve il problema di chi la casa non ce l’ha solo perché è di Silvio Berlusconi? Ancora Grasso: “Non è un format, è un calco. Di una cerimonia religiosa, di una messa, di una funzione liturgica”. Embè?
La liturgia è la prima, forse la più popolare e potente forma di comunicazione. Funzionava e continua a funzionare. Perché criticare se viene reinventata in chiave moderna come mezzo per dar forza a pensieri di impegno civile, di denuncia. Foss’anche solo di denuncia e sfogo di ciascuno? La liturgia professata da attori laici di temi etici di rilevanza pubblica così come le liturgie di rilevanza personale litaniati da persone comuni come questua universale non sono forse degne di un programma televisivo di una rete di Stato? Si dice che La TV di stato e commerciale sono vittime di un profondo scadimento culturale. Vittime del bulimico aumento di programmi spazzatura: tronisti e veline urticano lo spettatore anestetizzato che, fuori dagli orari di lavoro, è costretto al giogo della TV non a pagamento. Incapace di opporre rimedio allo strapotere di un’offerta che il telecomando non può schermare.
Perché di fronte ad un programma che raccoglie il meglio che il Paese può offrire tra attori di teatro, di cinema, comici, cantanti, personaggi più o meno noti della società civile ed ai quali fa dire certe cose secondo una linea editoriale che ambisce a risvegliare la forza positiva di questo paese bisogna sempre fare gli snob butta merda?

 


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