Twitter, Facebook e, prima ancora, le chat, insieme con l'abuso delle faccine, credo - faccio un esempio - abbiano alleggerito l'imbarazzo del silenzio di una telefonata di un amico che chiamava nel momento meno opportuno. La latenza nelle comunicazioni, i tempi di attesa e il tempo reale che si dilata rendono le comunicazioni stesso con i Social Network meno pressanti.
È strano (ma nemmeno tanto!) poi vedere come sia proprio la domanda di tempo reale una delle discriminanti di un sito che fa informazione: tutto e subito, qui e ora. Un tempo tutti i componenti della famiglia erano in un'unica stanza a guardare insieme la TV (Telegiornale, Dallas o Tribuna Politica che fosse) e a commentare; ora, grazie anche al drastico abbattimento dei costi di accesso alla tecnologia, ognuno è solo nel suo mondo: "abbastanza" vicino agli amici, ma non troppo perchè le notizie arrivano una dopo l'altra e bisogna starci dietro. Altrimenti si è out!
Sherry Turkle, psicologo e professore al M.I.T., in un articolo sul New York Times, disegna uno scenario (che ritengo sia ancora distante da quello italiano) a tratti inquietante ma che credo sia ciò cui Bauman si riferisce quando parla di Società Liquida, di declino e dissolvimento di quella Solida fatta, un tempo, di legami - familiari - forti.
Io penso che ogni opportunità di contatto fisico che la vita ci regala sia da prendere a volo senza lasciarsi distrarre dal tablet o dallo smartphone che ci manda notifiche una dopo l'altra. Quel che dico è scontato se si pensa alla Famiglia; da non sottovalutare, invece, per l'economia delle relazioni fatta di legami deboli, cioè potenzialmente forti.
Ieri sera, arrivato a Perugia, intorno a me c'era tanta gente. Ho visto passeggiare gruppi di persone che nemmeno si parlavano perchè twittavano!