Gli annunci delle ultime due settimane regalano al PC gaming prospettive inattese
C'era una volta Windows come piattaforma da gioco: scelta imprescindibile per lunghi periodi e valida alternativa in molti altri casi, ben supportata da una vastissima base di sviluppatori che ne fecero uno dei punti di riferimento per l'intera community di videogiocatori. Poi il periodo buio, a cavallo tra le ultime due generazioni di console, con Microsoft in prima linea per spingere Xbox come centro dell'intrattenimento casalingo e i giocatori "fedeli" a Windows lasciati a bocca asciutta. O peggio costretti ad accontentarsi di esperimenti e progetti privi di idee e prospettive, su tutti Games for Windows Live. Certe dure lezioni, però, servono e negli ultimi anni il PC ha preso una strada tutta sua, poggiata su Windows in quanto sistema operativo più diffuso ma fatta di realtà indipendenti, che prolificano su un terreno privo dei vincoli imposti da sistemi chiusi come le console, e di grandi aziende dedicate. Su tutte Valve. Proprio la compagnia di Seattle ha speso le ultime settimane per svelare, quantomeno a livello superficiale, il suo ambizioso progetto per il 2014: un ecosistema dedicato che rompa anche l'ultima barriera rimasta, quella del sistema operativo, e aiuti il PC ad arrivare nei salotti di un numero maggiore di utenti, con regole e prospettive tutte nuove. Un tentativo coraggioso e un percorso che non potrà percorrere da sola.
Il pinguino che mancava
Per Gabe Newell, managing director di Valve, Windows 8 è considerabile alla stregua di una catastrofe. Un punto di vista forte, già espresso in più occasioni e affrontato nell'ultimo anno e mezzo avvicinandosi, prima con le dichiarazioni e poi con i fatti, a Linux. Il sistema operativo aperto per eccellenza ha ricevuto oramai da parecchi mesi una sua versione di Steam e sarà la base per SteamOS. Chi ha seguito l'attualità saprà della piattaforma, un ambiente totalmente open source che ospiterà i giochi della libreria Steam sviluppati o convertiti per Linux, una soluzione per lo streaming da altri PC installati in casa - anche Windows, un po' come Shield di Nvidia - e funzioni per la fruizione di musica, film e serie TV. SteamOS sarà una distribuzione indipendente e completa, consegnata tanto agli utenti quanto ai produttori, quindi potrà ospitare anche altri programmi ed essere personalizzata con il software di proprio gradimento.
Stando all'ambito videoludico, le due principali applicazioni di questa introduzione quindi sono: lo streaming e l'esecuzione nativa di titoli per Linux. Il primo si lega alla volontà di Valve di portare Steam nei salotti, una direzione già espressa da sforzi come Big Picture e qui ulteriormente sviluppata dalla possibilità di avere sistemi piccoli e super economici basati su SteamOS, posizionati sotto la TV e collegati tramite la rete wi-fi al proprio PC da gioco situato in un'altra stanza della casa. Per quanto lo streaming sia una buona idea o possa essere una valida soluzione per alcuni giocatori, è però il secondo sbocco di SteamOS a solleticare l'immaginazione dei più. Poter accedere ad una libreria di migliaia e migliaia di videogame direttamente su un sistema operativo aperto, gratuito e dedicato, affrancandosi di fatto da Windows, sarebbe una rivoluzione con alcuni benefici piuttosto evidenti.
D'altra parte gli ostacoli che una simile proposta deve superare prima di potersi dire riuscita sono altrettanto palesi. Negli ultimi mesi tanti sviluppatori indipendenti hanno deciso di seguire l'indicazione di Valve e rilasciare i loro giochi anche per Linux, formando una libreria sempre più vasta che si somma a quella dei prodotti creati internamente da Valve stessa. È altrettanto evidente, però, che i produttori di giochi tripla A ancora non hanno mostrato alcun segno d'interesse e non è per nulla scontato che lo facciano in futuro. Valve ha una grande riserva di credibilità da spendere per poter bussare ai publisher e cercare di rendere SteamOS una piattaforma degna di attenzione, ma prima o dopo dovranno essere i numeri a tornare e a far diventare l'iniziativa allettante. Numeri di macchine installate, innanzitutto, stimolati anche producendo o finanziando giochi in esclusiva. Sarebbe un azzardo realizzare Half Life 3 unicamente per SteamOS, certo, ma sarebbero in molti a convincersi che varrebbe quantomeno la pena dedicare una partizione del proprio PC al nuovo sistema operativo gratuito. Numeri, però, anche relativi ai costi di conversione e all'impegno richiesto per dare agli utenti un'esperienza di gioco ideale. E qui la cosa si fa forse ancora più complicata. Linux non è mai stato un ambiente semplice per l'utenza mainstream, nonostante Ubuntu e altri lo abbiano reso accessibile, e non ha soprattutto tool, programmi e librerie dedicate al gioco in quantità sufficiente per essere considerata la più immediata delle soluzioni. Neppure lontanamente. Valve dovrà lavorare in questa direzione e non sarà facile.
Non solo SteamOS
Accanto a SteamOS, Valve ha fatto altri due annunci di grande rilievo. Steam Controller è un pad di nuova generazione dotato di doppio trackpad al posto dei soliti analogici, uno schermo dedicato e feedback aptico per comunicare meglio le interazioni. Impossibile dire quanto comodo e funzionale sia finché non lo si avrà tra le mani, per il momento abbiamo solo i pareri di alcuni sviluppatori, certo che la possibilità di customizzarne completamente il layout e condividere il proprio profilo con tutti gli altri utenti lo renderà un cantiere aperto e un esperimento completamente inedito. Se la periferica ci ha incuriosito, sono inevitabilmente le Steam Machines ha riportarci di peso nel progetto che vede Valve impegnata a creare il proprio ecosistema da gioco (e non solo).
Stando a quanto dichiarato in precedenza, le specifiche che Valve darà ai produttori disegneranno differenti fasce prestazionali e quindi di prezzo. Soluzioni che spazieranno dall'economico, per le Steam Machines pensate per lo streaming, al costoso, per quelle più performanti e create per essere migliorate e potenziate in futuro, passando per configurazioni intermedie che possano posizionarsi sul mercato nella medesima fascia di prezzo delle console. Il vantaggio più immediato di queste soluzioni "certificate", soprattutto in ottica SteamOS, è proprio quella semplicità di conversione e ottimizzazione del software che su Linux non è scontata. Il supporto dei driver di terze parti come Nvidia e AMD è già stato espresso in maniera esplicita ed entrambi i produttori stanno lavorando su progetti che potrebbero portare acqua al mulino di Valve. Nvidia GRID, workstation per il cloud gaming annunciata oramai più di un anno or sono, è ad esempio una solida base per offrire a tutti un servizio di streaming da remoto dove l'unica limitazione per l'utente è la banda larga di casa. Mantle, le neo annunciate API di "basso livello" che AMD sembra aver permutato dal suo impegno sulle console next gen, promettono invece un enorme vantaggio in termini prestazionali rispetto alle librerie DirectX di Microsoft. Ad onor del vero soluzioni simili in passato erano state provate e avevano fallito in favore di librerie compatibili su ogni tipologia di hardware, ma Mantle è e resterà necessariamente un progetto da osservare con attenzione.
Appena l'inizio
Diciamoci la verità: per ora l'ecosistema prospettato dall'annuncio di SteamOS e Steam Machines (e Steam Controller) è piuttosto fumoso. Non solo i dettagli sono pochi, ma anche e forse soprattutto dobbiamo comprendere quanto Valve per prima intenda investire, economicamente e in termini di immagine, per fare di questo progetto una realtà potenzialmente rivoluzionaria piuttosto che una magari valida, ma pur sempre marginale alternativa. La volontà di portare su PC giocatori provenienti da altri mondi videoludici è lodevole e chiunque arrivasse dalle console non potrebbe che apprezzare un mondo dinamico che spazia dalle produzioni più imponenti, giocate al massimo del potenziale audio visivo, fino alle mod, agli esperimenti e agli sconti con decine di giochi a pochi euro. Inoltre Valve si è dimostrate società capace di reagire rapidamente ai trend e alle richieste degli utenti, come il recente programma per condividere i giochi con i propri familiari ha certificato. D'altra parte i possibili nuovi arrivati - ma anche chi già utilizza regolarmente il proprio computer per giocare - pretenderanno piattaforme sempre compatibili con le nuove uscite, facili da installare e dotate di un catalogo completo. Se davvero SteamOS dovesse diventare la testa di ponte per fare di Linux quantomeno una seconda ottima scelta in alternativa a Windows, dovrà farlo inaugurando un trend seguito a breve giro di vite da altri campioni del gioco su PC, come Blizzard e RIOT. Le prospettive in caso di riuscita sarebbero quantomai allettanti. Le risposte comunque arriveranno solo nel 2014, quindi c'è ancora da attendere un po'.