Ricordo ancora la prima volta che la portammo al nido, noi dovevamo riempire dei fogli e lei faceva esperienza del nuovo ambiente. Era una bella giornata e tutti i bambini erano fuori nel giardino a loro disposizione per le uscite. Sembrava veramente uno scricciolo.Poi è arrivato l'inserimento. Il primo giorno sarebbe rimasta solo un paio di ore, quando i bambini erano fuori in giardino. Io dovevo rimanere lì per darle sicurezza in un ambiente nuovo e per gestire eventuali momenti critici. Seduto su una panchina guardavo questo mondo per me nuovo, fatto di bambini che cadevano e si rialzavano, bambini che piangevano, nasi che colavano, bambini lanciati su macchinine a tutta velocità lungo il vialetto.La mia piccola sembrava tranquilla. Si muoveva indagando le novità, soprattutto i giochi. Ad un certo punto si è avvicinato un bambino. Si è fermato a guardarmi e si è seduto accanto a me. Mi sentivo un po' imbarazzato.Mi sembrava di essere sulla panchina di Forrest Gump. Avessi avuto una scatola di cioccolatini avrei potuto rompere il ghiaccio.Ero osservato.Così mi sono girato verso di lui e gli ho sorriso.Guardandomi mi ha detto: “Babbo”.“Che io sappia, no” avrei voluto dirgli ma sicuramente non avrebbe capito la battuta.
Ricordo ancora la prima volta che la portammo al nido, noi dovevamo riempire dei fogli e lei faceva esperienza del nuovo ambiente. Era una bella giornata e tutti i bambini erano fuori nel giardino a loro disposizione per le uscite. Sembrava veramente uno scricciolo.Poi è arrivato l'inserimento. Il primo giorno sarebbe rimasta solo un paio di ore, quando i bambini erano fuori in giardino. Io dovevo rimanere lì per darle sicurezza in un ambiente nuovo e per gestire eventuali momenti critici. Seduto su una panchina guardavo questo mondo per me nuovo, fatto di bambini che cadevano e si rialzavano, bambini che piangevano, nasi che colavano, bambini lanciati su macchinine a tutta velocità lungo il vialetto.La mia piccola sembrava tranquilla. Si muoveva indagando le novità, soprattutto i giochi. Ad un certo punto si è avvicinato un bambino. Si è fermato a guardarmi e si è seduto accanto a me. Mi sentivo un po' imbarazzato.Mi sembrava di essere sulla panchina di Forrest Gump. Avessi avuto una scatola di cioccolatini avrei potuto rompere il ghiaccio.Ero osservato.Così mi sono girato verso di lui e gli ho sorriso.Guardandomi mi ha detto: “Babbo”.“Che io sappia, no” avrei voluto dirgli ma sicuramente non avrebbe capito la battuta.