C’è chi nasce Mourinho e c’è chi Blanc

Creato il 10 aprile 2014 da Marco Santi Trombetta @MarcoSantiii

“C’è chi nasce per star seduto sulla riva di un fiume, c’è chi viene colpito dal fulmine, c’è chi ha orecchio per la musica, c’è chi è artista, c’è chi nuota, c’è chi è esperto di bottoni, c’è chi conosce Shakespeare, c’è chi nasce madre e c’è anche chi danza”, diceva Benjamin Button nel suo omonimo film.

Blanc e Mourinho, le due facce di Chelsea-PSG

C’è chi nasce con la camicia, come Mourinho, e c’è chi la indossa per sembrare qualcuno, come Blanc. Non ce ne voglia il pur bravo allenatore francese, ma l’eliminazione dalla Champions del PSG ad opera del Chelsea è più colpa sua che della ‘maledizione del 3-1′ che ha colpito i poveri Cavani e Lavezzi.

Il patrimonio ereditato dalla gara d’andata al Parco dei Principi è stato sperperato tutto in 90 minuti timorosi, giocati da una squadra che ha rispecchiato il carattere del proprio allenatore, lo stesso che si era dimesso dalla carica di Ct della Francia perchè incapace di gestire le troppe teste calde presenti nello spogliatoio dei Galletti.

“Noi non veniamo qui a subire”, aveva detto Blanc poche ore prima della partita. Invece è stato quello che il PSG ha fatto per 87 lunghissimi minuti prima dell’inevitabile secondo goal di Demba Ba, l’ultima ruota del carro offensivo del Chelsea in questa stagione. Lui e Schurrle da subentrati hanno deciso la partita e non è soltanto “culo”, come ha dichiarato scherzosamente Mourinho nel post gara.

LA MOSSA DI MOU

Via i centrocampisti, dentro gli attaccanti: Mou passa a un 4-1-3-2 negli ultimi 10 minuti. Un rischio calcolato: “L’avevamo preparato, i giocatori sapevano cosa fare”.

Perchè Virgilio ha ragione: “Audentes fortuna iuvat“, e l’audacia è proprio la virtù che è mancata a Blanc una volta che si è seduto sulla panchina di Stamford Bridge. Il PSG ha giocato basso, anzi il PSG non ha proprio giocato: ha avuto paura, dal primo all’ultimo minuto. Senza un leader carismatico come Ibrahimovic, toccava a Blanc prendere in mano le briglie del coraggio e del carattere, due fattori che il PSG ha dimenticato al Parco dei Principi.

“La nostra filosofia è quella di giocare a calcio, ma stasera non l’abbiamo fatto e non so perchè”, sentenzia un deluso Thiago Motta a caldo. Forse il perchè lo sa Blanc e allora noi glielo chiediamo: perchè snaturare così una squadra abituata ad offendere, una squadra dello stesso livello o forse addirittura superiore al Chelsea? La risposta, probabilmente, sta tutta in quella differenza lì, del nascere in un modo piuttosto che in un altro.

“Non possiamo pensare di arrivare al top in un anno o due, abbiamo bisogno di tempo per crescere ancora. Non direi che abbiamo fallito”, il commento di Blanc, a cui forse è mancata proprio la paura di fallire, quella che secondo il grande Coelho rende possibile un sogno.

Marco Trombetta