L'assurda tempistica - un mese per rendere respirabile uno dei musei più importanti del mondo - è dovuta ad un difetto di progettazione che complica il danno già consistente, ossia un collegamento sbagliato tra il sistema di aerazione e la fossa biologica.
Mentre la direzione del museo invita ad arieggiare l'aria aprendo le finestre (ma questo, con tutto il rispetto, era un consiglio che poteva dare chiunque) e di staccare il sistema di condizionamento, i visitatori continuano a pagare 11 euro di biglietto. Quindi abbiamo un museo affollato, con l'aria condizionata che se funziona rilascia odori sgradevoli, nel mese più caldo dell'anno. Si potrebbe immaginare un responsabile per tutta questa faccenda, ma non si riesce a capire chi possa essere. E c'è voluta un'interrogazione formale del sindacato e la risposta della soprintendente per avere un minimo d'informazione a riguardo.
Dunque quanto l'Italia arretra considerevolmente tra le mete più ambite dai turisti globali, forse qualche motivo c'è, ed anche piuttosto pratico: i musei all'estero non puzzano.Pubblicato da Simone Massi