c'è dell'altro (...)

Da Carosella
Aveva raggiunto l'età in cui sono di più gli anni trascorsi sposata che gli altri, compresi quelli da bambina, che ormai sembravano da libri di storia. Laura aveva cresciuto i suoi due figli, se si può dire cresciuti quando non vivono più con te, e si era ritrovata inaspettatamente con meno commissioni da fare e finalmente più tempo per mettere in pratica tutte le piccoli e grandi passioni, sacrificate per anni. Così, quando suo marito si addormentava alla televisione, dopo pochi minuti dall'inizio di qualsiasi programma, lei con molta tranquillità e poco rumore, tornava nella sua camera, indossava rabbrividendo qualche camicia di seta nascosta in fondo ai cassetti, fissava i gancetti dei reggicalze ereditati da sua madre e ancora quasi completamente intatti, si spazzolava un po' i capelli e, indossato il cappotto pesante, usciva, circa un paio di volte la settimana, ormai. Una piacevole nuova abitudine.
Erano non più di un paio i vecchi compagni di scuola rimasti in vita e in città, e fortuna vuole che fossero entrambi vedovi. Così Laura, il martedì e il giovedì andava a trovarli nelle loro case polverose. Loro spegnevano la televisione, le facevano qualche complimento tenero e sincero, le versavano un bicchierino di amaro, e stavano insieme, guardandola ancora con gli sguardi annacquati di quando erano a scuola, decine e decine di anni prima. Ogni tanto lei si spogliava per loro, rimanendo in sottoveste. Altre volte loro, uno in particolare, sempre stato più intraprendente, le chiedeva di toccare il proprio corpo consumato dall'età e dalle passioni. Laura lo faceva con diligenza e serietà, con meno facilità nei movimenti, ma con reale accudimento, tanto che talvolta accadeva che raggiungessero una specie di orgasmo. Allora lei sorrideva dentro, ed era più felice, anche sulla strada del ritorno a casa. Si stringeva il cappotto al collo, sentendosi utile e bella.
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