Se ti sparo un “vaffan’… bicchiere” in diretta e lo rivolgo al “direttore” facendo finta di imitare Fantozzi, ci credono in pochi che quel “vaffan…” non sia rivolto a Mauro Masi e, men che meno, ci crede Masi il quale, come insegnano le intercettazioni telefoniche di Trani, i “vaffan…” se li prende volentieri ma solo da Berlusconi, a quelli degli altri si offende. “Il caso è talmente grave che deve discuterne il Cda – ha tuonato “baffetto pensoso”. – È inaccettabile ricevere in diretta offese da chi si ritiene più uguale degli altri”. Che Santoro sia un “provocatore” lo sanno tutti, perfino i bambini del suo condominio ai quali fa finta di rubare il pallone, ma ieri sera lo è stato un po’ di più e lo è stato come chi si sente accerchiato e vittima di un vero e proprio mobbing. È vero che a volte prima di parlare occorrerebbe contare fino a 10, ma non è detto che serva, soprattutto quando il mobbing è coordinato e continuativo come i contratti dei Co.Co.Co che non è il verso della gallina che ha fatto l’uovo, ma quello del padrone che inchiappetta il sottoposto. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Annozero è ripartito e, come Santoro voleva, se ne sono accorti tutti. È ripartito con i soliti contratti di Travaglio e Vauro non firmati, con le troupe dimezzate, senza spot né personalizzati né istituzionali, senza sponsor. È ripartito come sempre, navigando a vista nella speranza di trovare la strada in corso d’opera e portandosi appresso la sensazione che il Nano² la stia mettendo giù dura prima di riprendere definitivamente il cammino verso l’eremo di San Martino che non ci ha ancora spiegato perché ha pagato una cifra irrisoria al cui confronto i 47 mq. di Montecarlo impallidiscono. Ma lui è lui e gli altri non contano un cazzo. Come non conta un cazzo Travaglio che non può continuare a parlare senza contraddittorio, per cui occorre che Sgarbi gli faccia da contrappeso mentre “E Minzolini con chi si confronta?”, ha domandato ieri sera Di Pietro. “Con la Treccani”, ha risposto Travaglio. Meglio di Gianni e Pinotto. Presente in studio, ma era come se non lo fosse, l’”insonne di Lecco”, il sottosegretario dott., ing. Roberto Castelli che è sembrato ad un certo punto essere disceso direttamente da Papalla con un’astronave truccata dal “Trota”, visto che parlava asincrono come chi non si connette al cervello prima di esprimere un concetto. Ma tanto per parlare d’altro, perché continuare ancora a discutere su Annozero, Beppe Grillo incluso, sarebbe stucchevole, vogliamo soffermarci brevemente su un fatto straordinario, uno di quegli eventi che mette a dura prova anche la corazzata Minzolini e il suo Tg1 Light. Quando abbiamo visto le immagini del prodigio, non sul Tg1 ovviamente, ci siamo chiesti a quale camorrista Silvio avesse fatto lo sgarbo, perché non si spiega altrimenti la ricomparsa a Napoli delle tonnellate di immondizie che erano costate a Prodi, al di là di Wuolter, il governo. Ma quello che ci ha più colpito sono state le dichiarazioni di esponenti della maggioranza: “Non capisco, eppure ci sono due inceneritori”, e quelle stupefacenti di Guido Bertolaso ormai con il cervello in pappa causa i reiterati massaggi alla cervicale. Ha detto Superman imitando l’Abatantuono del Ras del quartiere, “Oh poppacco, c’è qualcosa che non va”, lasciando esterrefatto perfino Bondi che per assumere un’aria da essere pensante impiega solitamente mezza giornata. Insomma a Napoli è tornata la monnezza e sta di nuovo invadendo la città nonostante lo scioglimento del sangue di San Gennaro. La monnezza di Napoli oltre che puzzare maledettamente, porta di una sfiga da far paura. Occhio Silvio, stavolta tocca a te.