Anche in questo caso – riferito, ma non approfondito dai media – ci sono stati risparmiatori danneggiati, anche se non completamente rovinati, ma la piccola multa di 60 mila euro inflitta dalla Consob è in pratica una sorta di via libera -, sia pure a pedaggio, ad operazioni opache e scorrette. Ricordo la vicenda per dire che è inutile illudersi di essere di fronte a mele marce, che la finanza è diventata questa roba qua. E del resto se così non fosse non sarebbe possibile che – faccio l’esempio che ho sotto gli occhi – che il settore finanziario in Usa produce il 7% del Pil, ma assorbe più del 30% di profitti.
Le regole europee sull’informazione agli investitori e risparmiatori che vanno sotto il nome di Mifid sarebbero patetiche se non fossero incrostate di ipocrisia: esse prevedono che che le banche, prima di vendere un prodotto, facciano quella che si chiama la profilatura del cliente, ovvero verifichino la conoscenza degli strumenti finanziari, la propensione al rischio, gli obiettivi dell’investimento. Tutte cose quasi ovvie, ma che a ben vedere sono un puro flatus vocis visto che nessun cliente e nemmeno il banchiere stesso, anche nel caso che sia perfettamente onesto, è in grado di stabilire con certezza il grado di rischio, che gli obiettivi possono cambiare rapidamente vista la situazione in cui ci si trova e che la conoscenza che un cliente può avere è solo estremamente sommaria visto che non può controllare ogni singola operazione.
In realtà il Mifid deriva direttamente dall’ideologia neoliberista che esclude la possibilità di una crisi di sistema, ignorando la constatazione della medesima e quindi concepisce il rischio solo come inciampo ciclico e temporaneo. Certo la normativa nei limiti piuttosto vaghi nei quali può essere effettivamente applicata, al massimo mette al riparo da operazioni scopertamente banditesche, ma non elimina certo il rischio sostanziale di una vertiginosa caduta del banco di gioco o del fallimento dell’intero casino. Del resto dopo che i risparmiatori e i correntisti sono tenuti a collaborare al salvataggio di banche del cui operato sanno poco o nulla, occorreva rassicurare gli investitori instaurando una sorta di bantiquette che nascondesse la realtà, ovvero che una volta depositato il denaro diventa della banca. E che la banca regola la politica e non viceversa.