giorni fa mia moglie è andata alla stazione Termini a prendere un treno con mio figlio di 4 anni.
Al binario 18 c'era un barbone, sporco, col suo corredo di buste e rifiuti: appena gli siamo passati davanti come centinaia di altri viaggiatori ci si è alzato improvvisamente, gridando contro di noi forte "Ahhhhaahahh!", agitandosi minaccioso e aggressivo, e ci aizzava contro pure il suo cane. Mia moglie è rimasta terrorizzata, mio figlio ha
iniziato a gridare e piangere di paura, prima di fuggire.
Per fortuna alcuni coraggiosi e civili viaggiatori si sono messi fisicamente tra loro e il soggetto pericoloso.
Mia moglie terrorizzata con mio figlio sotto choc ha riferito i fatti a due tizi vestiti da poliziotti: riferire i fatti dal punto di vista penale si chiama "Esposto" ed è un formale atto legale che impone ai gloriosi "pubblici ufficiali" dei precisi doveri; se poi si tratta di questioni di sicurezza/emergenza (solo per queste) i "pubblici ufficiali" hanno l'obbligo di intervenire immediatamente altrimenti compiono il reato di Omissione di atti d'ufficio. Sai qual'è stato l'intervento dei "pubblici ufficiali" ? Le parole "... ah si, quello al binario 18 lo conosciamo... sta sempre lì"(!).
In altre parole questi gloriosi "poliziotti" non solo si sono rifiutati di intervenire, ma per loro il fatto che un problema di sicurezza sia cronico implica che allora non è necessario intervenire. Pensano al contrario. E' il tipico ragionamento errato ma comunissimo secondo cui se una cosa è frequente non è grave; ma uno che sta lavorando questi errori non può farli, è stato formato ed è pagato per comportarsi da professionista e non da "uomo della strada".
Ma quando si tratta di poliziotti, carabinieri o vigili il mondo italiano funziona al contrario: "è frequente ? allora non intervengo" o peggio si nascondono nell'anonimato, all'interno del proprio corpo ed evocano un "gruppo" dicendo "Noi non interveniamo", pura e folle burocrazia, è il loro modo più frequente di rispondere (quando rispondono perché in genere sono rinchiusi negli uffici o nelle auto). Non è solo pericoloso menefreghismo ma il palese comportamento "vedo ma non intervengo" conferisce al balordo di turno una inequivocabile autorizzazione a far quello che vuole, a sentirsi inpunibile.
Il primo dovere degli agenti delle forze dell'ordine è controllare il territorio: ora secondo voi chi controlla il territorio del binario 18 della stazione Termini? C'è sicurezza in quella stazione? Per i giornalisti, anch'essi colpiti dalla malattia. "Cane morde uomo tutti i giorni = non è importante. Uomo morde cane = notizia!!!". Il fatto che una stazione e un'intera città come Roma siano tutti i giorni controllate da ogni genere di sporca marmaglia (barboni, venditori, zingari, maleducati e cafoni), e che le forze dell'ordine all'unisono omettano di controllare il territorio, non è importante.
Anche il loro cervello si accende solo dopo che scorre già il sangue: a Termini e in troppe città italiane milioni di cittadini sono costretti tutti i giorni all'insicurezza, ma i giornalisti la valutano contando il numero degli omicidi oppure - nonostante gli scandali e gli arresti quotidiani circa gli appartenenti alle forze dell'ordine o alla pubblica amministrazione - prestando cieca fiducia ai comunicati della questura o della caserma di turno. L'ingenua fiducia dei media ma anche dei cittadini nelle istituzioni italiane supera quella dei bambini che credono alla Befana; tutte le istituzioni sono corrotte e inaffidabili.
Tornando a Termini, mia moglie, stupita e spiazzata da quelle risposte menefreghiste, ha detto ai sudatissimi poliziotti: " ... ma ci sono le telecamere. dalle telecamere si vede che ci stava aggredendo !" e gli indefessi agenti hanno risposto " a signo', mica potemo sta' tutto er giorno davanti alle telecamere!" : ecco come controllano il territorio poliziotti, vigili e carabinieri. Controllarle "tutto er giorno" è il loro lavoro ma non lo fanno.
E poi gli hanno detto: "Se vuole faccia una denuncia" cioè invece di fare il loro lavoro, che gli avrebbe richiesto due minuti, hanno fatto il consueto "scaricabarile" all'italiana: gli agenti italiani invece di lavorare, invece di controllare il territorio senza consegnarlo a barboni e zingari, scaricano la fatica sul cittadino. Secondo loro una persona aggredita dovrebbe perdere qualche giorno tra caserma, avvocati, atti scritti, solo perché loro non vogliono lavorare. Ma soprattutto la denuncia era già stata fatta: anche a voce ha una piena validità.
Proprio il sito della efficientissima Polizia di Stato recita circa la Querela scrive "Come può essere presentata? In forma orale, in questo caso il pubblico ufficiale scriverà un verbale" ma quei poliziotti non hanno fatto alcun verbale, non hanno fatto quello che dicono di fare, non hanno fatto il lavoro per il quale sono pagati.
E l'aggressione è un reato che richiede l'intervento d'ufficio immediato. Mele marce
Metto i lettori in guardia dal replicare come al solito "... esistono anche carabinieri che lavorano" perché è una scemenza, quando si indossa una divisa, si appartiene alle forze dell'ordine e se si è in servizio pubblico si deve lavorare sempre, devono lavorare tutti. Un panettiere serve sempre il pane, non fa eccezioni né risponde "Faccia una denuncia". E chi sbaglia o omette infanga tutti i colleghi e il singolo comparto delle forze dell'ordine.
Se un militare in Afghanistan commette una mancanza contro i civili, infanga anche formalmente tutte le forze armate e l'Italia intera perché indossa una divisa.