Grazie a questo nuovo atlante, che identifica aree in grado di provvedere allo stoccaggio geologico del carbonio per circa 500 anni, emerge un notevole aumento della capacità potenziale del continente nordamericano nell’ambito della tecnologia CCS (Carbon Capture and Storage).
Un aumento dovuto sia all’individuazione di nuovi siti utilizzabili sia a una più accurata risoluzione geologica. Oltre alle aree deputate allo stoccaggio, l’atlante ha inoltre definito circa 2.250 fonti fisse di biossido di carbonio. Un dato da non sottovalutare, visto che la tecnologia della CCS non solo può ridurre l’inquinamento, ma può essere fruttuosamente impiegata anche per recuperare gli idrocarburi soddisfacendo in tal modo una domande di energia sempre crescente.
Steven Chu, Ministro dell’energia dell’amministrazione Obama, ha così commentato la nuova pubblicazione: “L’identificazione di formazioni geologiche dal grande potenziale di stoccaggio per il carbonio, unita all’innovazione tecnologica, contribuirà a ridurre l’inquinamento da CO2; inoltre, lo sviluppo di progetti per il recupero del petrolio potrà migliorare la sicurezza energetica del Paese e sostenere la crescita economica”.
E chissà che presto non avvenga qualcosa di simile anche in Italia, che come ho recentemente ricordato è uno dei Paesi più all’avanguardia del settore.
[foto da fe.doe.gov]