Sono contenta, agitata, trepidante. Ho voglia di conoscere Nicolò che ormai in questo pancione si è fatto un ometto. Non sento più i suoi calci, segno che per lui lo spazio si è fatto angusto, ma lo percepisco strusciare lungo le pareti, un braccino, una gambina, il culetto o chissà.
Ci sono momenti in cui vorrei che il tempo accelerasse, che il giorno in cui i nostri sguardi si incontreranno fosse già domani, e altri momenti in cui progetto piccoli spazi per me e Fab, dove poterci godere gli ultimi istanti di coppia. Ma tanto al tempo non si comanda, e sarà lui a decidere quando i giorni saranno maturi.
La mia famiglia ha accolto questo mio ritorno all’ovile, di durata straordinaria dato il permesso lavorativo di maternità, con la magia del caso. Amici, parenti e conoscenti sono passati a salutarmi, a donarmi piccoli pensierini, a dirmi di tenere duro che mancava poco. Mi sono sentita un po’ Sant’Anna.
In spiaggia il mio pancione è stato calamita di chiacchiere e conoscenze. Un po’ come capita all’uomo con suo figlio a passaggio da solo in un parco… il rimorchio è assicurato. La donna con il pancione il rimorchio lo fa fuggire come la peste, ma ad ogni modo attira come non poche, domande e curiosità di altri soggetti femminili che poggiano lo sguardo sul suo mappamondo.
Non penso di aver mai parlato tanto in spiaggia come quest’anno, non penso di aver mai letto così poco come in questi giorni.
Io e Nicolò ad ogni modo non ci siamo scoraggiati, ci siamo sollazzati in questi giorni di notorietà improvvisa. Alcuni turisti hanno fatto persino una scommessa sul numero di bambini nel pancione, e noi dall’alto delle nostre rotondità abbiamo risposto“uno che vale per due!” .
Avevamo fatto del nostro meglio per non darci delle arie, ma davanti a quella domanda, non ci siamo riusciti, ci siamo un po’ pavoneggiati.
Tenere in ammollo i piedoni da Fiona di Shrek è stato appagante, e anche la schiena ha potuto godere del ristoro di perdere parte del peso del pancione grazie all’aiuto dell’acqua.
Ho la fortuna di poter dire che la mia gravidanza è stata serena, senza nausee, minacce d’aborto, malesseri o altro, eppure in questo ultimo periodo il peso del bambino un po’ lo patisco, e i piedi e la schiena sono quelli che maggiormente son tenuti a tenere la botta. Il mare per loro è stato un ottimo alleato.
Il sole bacia i belli, come dice Fab, e noi ci siamo fatti slinguazzare tutti, opportunamente protetti da creme e cremine. Torniamo a Roma con una bella doratura.
Mi diverto con Fab dicendo che Nicolò quando nasce sarà abbronzato anche lui, ma Fab non ci sta “Se è troppo abbronzato io mi preoccupo”. Del resto come ragionamento non fa un piega.
E’ arrivato quindi il momento di dire addio a queste vacanze, al sole, al mare, ai parenti, in attesa di questa nuova stagione che presto esploderà nelle nostre vite.
Non potevamo salutare però questa mia meravigliosa terra senza farci un giro di pizzica, e così sulle note de lu rusciu de lu mare, Bussola Fab e Nicolò hanno detto addio all’estate, come una vera famiglia di ippopotami.
Ballare la pizzica al nono mese di gravidanza non ha prezzo!