di James Gray
con Marion Cotillard, Joaquin Phoenix, Jeremy Renner
Usa, 2013
genere, drammatico
durata, 120'
Dopo la raffinata trasposizione di Dostoevskij in "Two Lovers", James Gray torna alla regia tentando di dipingere un melodramma d’epoca, dove il tentativo di riconciliazione con la sorella diviene motore e metafora di tutta la vicenda. Ottimo il reparto fotografico, che colora la pellicola trasformandola in una fotografia ocra e consumata dal tempo, come ottima l’interpretazione di Marion Cotillard; come sempre sublime la presenza di Joaquin Phoenix, che si conferma uno dei migliori attori della sua generazione, se non il migliore. Tutto questo però non basta a salvare un film che riporta molti difetti, specie in fase di scrittura, dove gli errori non sono colmabili nemmeno dalle grandi interpretazioni di cui si parlava prima, i passaggi sono frettolosi e la regia spesso passa dall’essere delicata all’essere anonima. Completamente privo di ritmo, il film tende ad annoiare facilmente.
Ci sono i buoni propositi, il tema della fede e del perdono, la redenzione di una donna che abbraccia il peccato solo per riabbracciare la sorella, l’uomo/contraddizione che innamorandosi migliora sé stesso ma peggiora la sua stessa vita, la metafora (resa inutilmente esplicita) dell’illusione infranta del sogno americano. Il finale impeccabile non può reggere il peso di un film che fa acqua da tutte le parti.
di Antonio Romagnoli