Dall’archivio del Bar Frankie, pubblicazione originale dell’Ottobre 2012.
Juventus-Napoli, bianconeri contro azzurri. Facile facile. Accendevi la TV e, anche se ci finivi dentro per caso, capivi immediatamente che stavi guardando uno dei classici della Serie A. Troppo facile forse. Allora i maghi del marketing hanno convinto la Lega Calcio che si fanno più soldini con il merchandising, la vendita delle magliette, possibilmente originali, dei propri eroi soprattutto ai bambini ma anche a chi è un po’ meno bambino. In effetti chi di noi non custodisce nel cassetto le maglie di Maldini, di Zanetti, o di Del Piero per indossarle nelle partitelle tra amici con la convinzione, mancando i fondamentali tecnici, di avere almeno, per osmosi, lo stesso cuore delle ultime bandiere pallonare?
Rossoneri, Nerazzurri e Bianconeri. E’ sufficiente per capire di quali squadre stiamo parlando, di quali storie, di quali emozioni e queste storie si estendono a tutte le altre squadre e a tutti gli altri tifosi che sono indissolubilmente legati innanzitutto ai Colori della propria squadra del cuore.
C’era una volta il calcio in cui, solo in casi eccezionali, ogni squadra era obbligata a indossare la maglia di riserva, spesso e volentieri di un elegante bianco con inserti che ricordavano i colori principali, per non confondersi con gli avversari in caso di colori sociali simili tra loro.
Ormai da qualche anno sono state inventate le seconde e pure le terze maglie, spesso dei ridicoli pigiami più che delle divise da match di calcio. Ma le vendono davvero?
Allora succede che accendi la televisione e sai che stai guardando Juve-Napoli solo perché conosci il canale e l’ora di inizio della sfida, altrimenti potresti avere il dubbio che il Casale, con la sua storica maglia nera con la stella, sia tornato in Serie A dopo 78 anni e abbia ingaggiato un giovane francese di anni 19 capace di segnare un gol di mancino al volo dal limite dell’area.
Sempre i maghi del marketing hanno convinto la Lega Calcio che appiccicando diversi sponsor sulle maglie delle squadre nel corso della stagione avrebbe portato più soldi ancora e allora la fu prima maglia diventa per qualche “società modello” solo un supporto ove applicare un marchio.
Nel corso della scorsa stagione la Juventus giocò numerose gare sul campo amico con la seconda maglia rosa perché il contratto con lo sponsor panettonaro prevedeva una forte spinta pubblicitaria del marchio prima di Natale.
Mentre scrivo sto vedo in diretta dal Bentegodi di Verona il Chievo nel classico giallo scontrarsi con la Fiorentina che, per non confondersi con gli avversari, ha optato per un bianco-lilla smorto invece dello storico viola… mah.
Non è solo una moda italiana anzi l’abbiamo importata dai campionati più ricchi, avete visto il Barca con la maglia dell’Uomo-Torcia o il Real Madrid con quella dell’Avellino?!
Forse è giusto così, il calcio è sempre meno calcio e sempre più spettacolo e business ma lasciateci un po’ di nostalgia per gli anni dei sogni ad occhi aperti, gli anni del libero col numero 6, del centravanti con il numero 9 e dei Maradona, i Gullit e i Platini con il 10 sulle spalle e i colori del Cuore indosso tutte le domeniche.