C'era una volta la trama

Creato il 05 giugno 2015 da Giuseppe Armellini
Ho letto, o forse me la sono semplicemente immaginata visto che non la ritrovo da nessuna parte, una dichiarazione di Sorrentino (vera? falsa? recente? vecchia?) riguardo quella che lui definisce "l'inutilità della trama".
Sinceramente verificare o no l'autenticità della dichiarazione alla fine servirebbe a poco perchè per lui parlano i suoi ultimi due film, La Grande Bellezza e Youth, opere d'arte mobili (a proposito, dice abbiano bloccato l'account di Diprè mannaggia) di cui si può dire tutto il bene che si vuole - e io col primo mi sono sbracato- ma non certamente che siano narrativamente forti.
Stavo ripensando adesso al corso che feci di sceneggiatura tanti anni fa (10?) e a come non ci fu mai stato un solo accenno alla possibilità di scrivere un film senza trama o che non poggiasse su di essa tutto il suo peso. Poi uno poteva avere stili diversi, tematiche diverse, approcci diversi ma insomma, un film senza un buon intreccio di vicende che portassero avanti il film era impensabile.
In realtà di film, correnti di pensiero ed epoche che se ne sono fregati della trama o si sono divertiti a destrutturarla ce ne sono sempre stati ma non sono certo io il cinefilo (termine che sento proprio distantissimo da me, ma di questo parleremo alla prossima puntata) che potrà dimostrarvelo con prove inconfutabili, sentite quelli bravi per questo, e semmai fatemi sapere.
Allora io, semplice appassionato di film inserito perfettamente nel mio tempo, ho cercato di vedere se sta cazzo di trama interessa davvero ancora a qualcuno, se Sorrentino è un pazzo iconoclasta oppure semplicemente uno dei tanti nuovi cineasti che all'intreccio predilige altre componenti, come lo stile, le sensazioni, la regia, il messaggio o quello che vi pare.
Sarebbe stato impossibile fare un'indagine generale, sia perchè i film, per giudicarli, andrebbero visti (ah, Cannes...), sia perchè con un così gran numero di pellicole poi il rischio era quello che si ha con le odiose ricerche "di strada", quei sondaggi alla Del Debbio per cui si chiedono cose a presunti passanti. Dovete sapere che un servizio del genere, serio o no, non potrà mai essere genuino perchè sarà sempre in mano al montaggio e a quello che si vuol passare. Chiedi a 100 persone per strada che ne pensano dell'aborto, e magari 70 sono a favore e 30 contro, poi nel servizio basta farne vedere 20 (delle 30) che sono contro e 5 (delle 70) che sono a favore ed ecco che il "reale" 70-30% si trasforma in un opposto 20-80%.
Ecco, io avrei potuto far lo stesso, scegliermi caterve di film dell'uno o dell'altro schieramento in base al messaggio che avrei voluto dare. E allora l'unico metodo genuino, incontestabile, è quello di prendere in considerazione solo i film visti da me nel cinema quest'anno, con il blog a fare fede.
Ebbene, Sorrentino non è un pazzo...
Ho visto 21 film finora in sala, buffissimo perchè 21 sono proprio (se non sbaglio) le settimane passate da inizio anno.
1 film a settimana quindi, non male.
E togliendo i due cartoni (che in questa ricerca fanno poco testo) e il vecchio "Arca Russa" (riproposto in una rassegna) dei 18 restanti potrei riassumere questo dato:
12 film non si poggiano sulla trama o ne offrono di quasi inesistenti, labili, o destrutturate
6 film danno importanza al susseguirsi delle vicende e al loro intreccio
Anche se di questi 6 film, che a mio parere sono Foxcatcher -l'unico capolavoro visto quest'anno in sala per me-, il piccolo e bel italiano Cloro, il pessimo Humandroid, Mia Madre, l'ottimo Leviathan e Child 44, solo con quest'ultimo e Humandroid mi sentirei di parlare di film narrativi tout court, mentre negli altri c'è comunque la sensazione che ci siano componenti e istanze in qualche modo superiori a quelle di raccontare una storia.
Ma o.k, li metto tutti qua.
Per il resto c'è di tutto.
C'è Birdman, un ipnotico pianosequenza che quasi per definizione (essendo 2 ore praticamente di tempo reale) non può essere altro che antinarrativo, c'è l'Italiano Medio di Maccio Capatonda che tenta timidamente di mettere una storia sotto alla sequenza di gag comiche, c'è il Piccione anderssoniano, un insieme di 50 statici quadretti senza un minimo canovaccio narrativo, c'è White God di cui potremmo scrivere il plot in un post-it, così come del resto potremmo fare con Forza Maggiore, un bellissimo film svedese tutto incentrato sui comportamenti umani, sulla psicologia, e che si basa quasi unicamente su un'unica vicenda, c'è il piccolo La Invencion de la Carne, talmente ellittico e povero nella trama che sembra quasi non averla, c'è il particolarissimo Revolution Zanj, un film-documentario sulla ricerca di qualcosa ma che, nei fatti, e' quasi privo di snodi narrativi, c'è Il Racconto dei Racconti garroniano che per struttura e fonte (le novelle) certo non affida allo scheletro narrativo la sua forza principale, c'è Youth di cui è anche inutile ripetersi, c'è il Louisiana di Minervini che paradossalmente ha il suo unico difetto proprio quando vuole sceneggiare e fare racconto delle cose che mostra, c'è lo stranissimo -e per me ottimo- Hungry Hearts di Saverio Costanzo che a differenza degli altri sembra farsi racconto ma che in realtà, se lo si analizza bene, vive quasi in un tempo fermo, psicologicamente pregno ma quasi immobile, c'è infine il Vizio di Forma di Anderson, forse in questo gruppo e tipo di analisi il film più interessante perchè lavora proprio all'opposto degli altri, mettendo nell'intreccio tantissima roba, tanti nomi, tante sottostorie, tanti riferimenti, ma così tanti che alla fine ti sembra che la storia principale non ci sia, come se ci trovassimo in una via che ha talmente tante traverse che ci confondono e ci destabilizzano e che anche nel suo corso principale ha così tanti cartelloni pubblicitari che non riusciamo nemmeno a vedere davanti a noi, la retta via.
Scusate per questo fiume di parole senza nemmeno un punto ma in un post che parla di anti-narratività era quasi dovuto.
Ma dove sono finiti quindi i grandi film narrativi, magari quelli tratti da grandi libri?
Dove sonio finite le grandi storie?
Magari ce ne sono ancora, ma la sensazione è che il cinema stia diventando qualcosa di sempre più vario, sempre più sperimentale, sempre meno assoggettato a regole o tendenze.
Ed io, personalmente, ne godo.

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