Stamattina ero in tram e l’ho vista. Era lì con il solito zainetto e la faccia forse un po'infastidita dalle spinte dei passeggeri. L’ho vista e lei ad un certo punto mi ha guardato. Al che, forse a causa della mia particolare maleducazione ero lì per accennare un saluto, quando lei ha abbassato lo sguardo e si è voltato dall’altra parte. Che strano. E’stato per due anni il maestro di matematica di mia figlia e non mi saluta. Allora mi è venuto da sor-ridere, un po’ perché mi è parso un comportamento assurdo, un po’ perché la pochezza delle persone mi fa sorridere. Il caro maestro Paolo. E’strano come la vita riesca sempre a chiudere il cerchio. Magari sarò io ed il mio inguaribile romanticismo/ottimismo, ma, alla fine, il banale tutto torna resta sempre un pensiero fisso nella mia mente. Ora, dopo aver elaborato il passato ed aver posto la giusta distanza con gli eventi ho pensato di scriverle. Chissà se un giorno capiterà sul mio blog, chissà. Le vie del web sono infinite. Me li ricordo i due anni in cui lei fu l’insegnante di matematica di mia figlia. Maledetta matematica! Ad un mese esatto dall’inizio della prima elementare mi disse che “ancora non sapeva leggere”. E da lì cominciarono i guai. Al primo accenno di difficoltà in matematica come prima cosa me la presi con me stessa. Azz. E’proprio come me, d’altronde io e i numeri siamo due mondi che non riescono ad incontrarsi. Velocemente le cose peggiorarono ed al primo “Sofia forse ha dei problemi” iniziò la solita trafila dei genitori che si trovano nel vortice della dislessia, discalculia, e via dicendo. Non è stato facile, caro maestro Paolo, spiegare a Sofia perché ad un certo punto si trovò in mani esperte che dovevano diagnosticare “eventuali problemi della bambina”. Fu quello un periodo di diagnosi (ovviamente negative), ripetizioni e tentativi di capire il perché di tanti problemi. Me le ricordo le nostre litigate, caro maestro. Forse lei non riusciva a comprendere, abituato come era ad essere ossequiato da tutti, il trovarsi di fronte una persona che non ha mai subito il fascino del potere, di qualunque genere e grado esso sia. Me li ricordo i pianti ed i nervosismi di Sofia. A volte pensavo di trovarmi nel libro Cuore con lei e tutte le sue punizioni “viso-muro”. Alla fine della seconda elementare venni a ritirare le pagelle, con un peso nel cuore neanche dovessi andare in guerra. Quando mi sentii dire che “la bambina era peggiorata nel comportamento” mi ricordo che avvampai. Non sono ancora certa se fu a causa dell’ennesimo suo brontolio o a causa della radioterapia che in quel momento facevo. Però, sarà a causa del rossore, uscii da quell’aula, chiesi il nulla osta e cambiai scuola. Caro maestro Paolo, oggi , dopo averla incontrata, ho avuto l’ennesima conferma di aver fatto la giusta scelta. Forse perché il coraggio alla fine viene sempre premiato.Volevo dirle che Sofia ora è serena e felice di andare a scuola. Non è un genio in matematca, ma poco importa. Esiste quello che si chiama “scolarizzazione”e “sensibilità”. Mi auguro che lei sia riuscito nel suo intento di avere una classe di geni. Le rammento che dopo la mia decisione altri cinque bambini hanno cambiato scuola. Un bel risultato. Le faccio i miei complimenti.E per chiudere il discorso vorrei dirle caro maestro Paolo “sarà facile incontrarsi, educato salutarsi”. E la, la, la, la, la, la, la, la,la,la.
Stamattina ero in tram e l’ho vista. Era lì con il solito zainetto e la faccia forse un po'infastidita dalle spinte dei passeggeri. L’ho vista e lei ad un certo punto mi ha guardato. Al che, forse a causa della mia particolare maleducazione ero lì per accennare un saluto, quando lei ha abbassato lo sguardo e si è voltato dall’altra parte. Che strano. E’stato per due anni il maestro di matematica di mia figlia e non mi saluta. Allora mi è venuto da sor-ridere, un po’ perché mi è parso un comportamento assurdo, un po’ perché la pochezza delle persone mi fa sorridere. Il caro maestro Paolo. E’strano come la vita riesca sempre a chiudere il cerchio. Magari sarò io ed il mio inguaribile romanticismo/ottimismo, ma, alla fine, il banale tutto torna resta sempre un pensiero fisso nella mia mente. Ora, dopo aver elaborato il passato ed aver posto la giusta distanza con gli eventi ho pensato di scriverle. Chissà se un giorno capiterà sul mio blog, chissà. Le vie del web sono infinite. Me li ricordo i due anni in cui lei fu l’insegnante di matematica di mia figlia. Maledetta matematica! Ad un mese esatto dall’inizio della prima elementare mi disse che “ancora non sapeva leggere”. E da lì cominciarono i guai. Al primo accenno di difficoltà in matematica come prima cosa me la presi con me stessa. Azz. E’proprio come me, d’altronde io e i numeri siamo due mondi che non riescono ad incontrarsi. Velocemente le cose peggiorarono ed al primo “Sofia forse ha dei problemi” iniziò la solita trafila dei genitori che si trovano nel vortice della dislessia, discalculia, e via dicendo. Non è stato facile, caro maestro Paolo, spiegare a Sofia perché ad un certo punto si trovò in mani esperte che dovevano diagnosticare “eventuali problemi della bambina”. Fu quello un periodo di diagnosi (ovviamente negative), ripetizioni e tentativi di capire il perché di tanti problemi. Me le ricordo le nostre litigate, caro maestro. Forse lei non riusciva a comprendere, abituato come era ad essere ossequiato da tutti, il trovarsi di fronte una persona che non ha mai subito il fascino del potere, di qualunque genere e grado esso sia. Me li ricordo i pianti ed i nervosismi di Sofia. A volte pensavo di trovarmi nel libro Cuore con lei e tutte le sue punizioni “viso-muro”. Alla fine della seconda elementare venni a ritirare le pagelle, con un peso nel cuore neanche dovessi andare in guerra. Quando mi sentii dire che “la bambina era peggiorata nel comportamento” mi ricordo che avvampai. Non sono ancora certa se fu a causa dell’ennesimo suo brontolio o a causa della radioterapia che in quel momento facevo. Però, sarà a causa del rossore, uscii da quell’aula, chiesi il nulla osta e cambiai scuola. Caro maestro Paolo, oggi , dopo averla incontrata, ho avuto l’ennesima conferma di aver fatto la giusta scelta. Forse perché il coraggio alla fine viene sempre premiato.Volevo dirle che Sofia ora è serena e felice di andare a scuola. Non è un genio in matematca, ma poco importa. Esiste quello che si chiama “scolarizzazione”e “sensibilità”. Mi auguro che lei sia riuscito nel suo intento di avere una classe di geni. Le rammento che dopo la mia decisione altri cinque bambini hanno cambiato scuola. Un bel risultato. Le faccio i miei complimenti.E per chiudere il discorso vorrei dirle caro maestro Paolo “sarà facile incontrarsi, educato salutarsi”. E la, la, la, la, la, la, la, la,la,la.