C’era una volta un tizio che voleva fare l’insegnante

Creato il 16 marzo 2011 da Frankezze

C’è un tizio che già da alcuni anni, da quando ancora frequentava l’università, dopo varie vicissitudini interne al suo cervello aveva infine capito cosa gli sarebbe piaciuto fare da grande diciamo come lavoro di quelli che si fanno per sempre, per tutta la vita (sembra facile ma mica lo è, pensare che devi fare una cosa per tutta la vita sempre quella).
Questo tizio pensava, tra l’altro, che era l’unico mestiere in grado di fare per vocazione.
Tutti gli altri li avrebbe fatti per necessità.
E quindi, portati a termine gli studi, questo tizio aveva la fortuna che proprio in quel periodo si aprivano le graduatorie per mettersi in lista per l’insegnamento (ebbene sì, non lo volevo dire, ma si tratta proprio di questo).
Il tizio, al momento di scegliere le destinazioni preferite, pensava bene di indicare quelle in cui aveva meno probabilità di essere chiamato per supplenze (calcolando che tanto ancora si doveva abilitare) (e però erano le zone in cui viveva, cazzo) e che tanto nel frattempo avrebbe aspettato l’imminente apertura dei tirocini formativi ex Ssis facendo altro e poi una volta abilitato si vedeva.

Erano tempi duri per la scuola già nel 2009 e quindi il tizio pensava vabbè temporeggio un attimo tanto peggio di così certo non può andare.
Evidentemente il tizio non è stato abbastanza pessimista perché poi la ministra con la faccia poco intelligente che quando parla dà ragione alla faccia, nonostante due anni di manifestazioni e proteste di tutto il mondo dell’istruzione italiana va in televisione a raccontare la sua faziosa controriforma in una trasmissione davvero comunista e il presentatore comunista non le fa una domanda intelligente che sia una, ma forse perché la guarda in faccia e pensa ma che gliela faccio a fare una domanda intelligente se questa non capisce uno stracazzo (e però manco il presentatore ha sta faccia intelligente a dire il vero, e a dire il vero non sembra manco comunista, però gli dicono che lo è e lui ci crede).

E quindi dopo aver ascoltato per l’ennesima volta le stronzate rigurgitate da questa ministra il tizio non le vuole neanche commentare perché in pochi giorni si è già creata una vasta letteratura sul tema, però una cosa la deve dire il tizio e cioè che questa signora che si riempie la bocca con parole come meritocrazia e 6 politico è diventata ministra a 35 anni, pochi anni dopo una laurea fuori corso in giurisprudenza a Brescia e un esame di avvocatura a Reggio Calabria mentre diventava allo stesso tempo assessore alla provincia Brescia (che c’è di strano?).
E poi come fa a dire che gli insegnanti sono sotto pagati perché sono troppi ma il suo governo è quello che dà meno fondi all’istruzione di tutti a parte la Slovacchia? Ché il tizio mica è tanto fesso e si ricorda pure che durante tutto il suo corso di studi dalle primarie in poi i maestri e i professori si sono sempre lamentati di essere sotto pagati. E che, erano troppi pure negli anni 80? E 90?
E infine, come fanno a essere troppi se solo il 14% della popolazione italiana ha una laurea (mi pare che sia necessaria per insegnare), che vuol dire una percentuale bassissima e non credo che tutti vogliano fare gli insegnanti porcaccio il mondo dannazione.

E adesso il tizio smette se no inizia a infilare una bestemmia dietro l’altra.


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