Potete, quindi, solo immaginare quale sia stata la mia reazione, durante l'intensivo di formazione, quando ho saputo di essere stata sorteggiata in un percorso a metà strada tra la bioenergetica e la meditazione dinamica (non chiedetemi di cosa si tratti, non ne ho la minima idea!). La delusione è stata talmente forte che, quando la nostra formatrice ci ha chiesto di presentarci e descrivere con un movimento il nostro stato d'animo, la mia risposta è stata "Ciao, sono Valepi e non ho nessuna voglia di lavorare con il corpo. E questo è il massimo del movimento che mi sento di fare"... e sono rimasta seduta per terra con le gambe incrociate a mo di Buddha, appunto.
Quando poi ho scoperto veramente cosa mi aspettava per quel pomeriggio, ho pensato seriamente di andarmene, ma il senso della sfida insito nel percorso che stavo facendo mi ha spinta a mettermi in gioco e sono rimasta (o almeno questo è come me la sono raccontata, in realtà il mio senso del dovere è talmente forte che sarebbe stato molto più faticoso andarmene che restare!)
Quello che mi è toccato quel giorno sono stati 45 minuti di respirazione per la liberazione dei chakra, di cui non avevo mai sentito parlare, che non sono riuscita minimamente a far respirare o liberare e che, sono convinta, devono essersi in qualche modo persi per strada al momento della distribuzione universale prima di raggiungere il mio corpo.
Non ci sono, non li ho, non ho la minima idea di dove siano finiti.
E non è servito a riesumarli passare 45 minuti con le gambe semipiegate ("Morbide le ginocchia, morbide" incitava lei... cosa ci fosse ancora di morbido nei miei muscoli dopo 45 minuti in quella posizione non lo so) a respirare come uno gnu in calore, con gli occhi chiusi (vabbeh, socchiusi, ogni tanto sbirciavo) alternando ogni due minuti ritmo, musica e relativo chakra.
A qualcosa, però, tutta questa esperienza si deve agganciata se, in realtà, al termine del pomeriggio, invece di essere stravolta per la stanchezza ero piena di un'energia che non sapevo nemmeno io da dove mi arrivasse.
E qualcosina di utile probabilmente c'è anche in tutto il sistema dei chakra se è vero che ogni chakra è associato ad una serie di organi vitali e di esperienze che caratterizzano a più riprese la nostra vita.
A chi non è capitato di sentire improvvisamente un forte mal di stomaco, fino a farsi venire la gastrite, quando il capo o i colleghi o il fidanzato ci tartassano e non ci permettono di essere noi stesse?
Terzo chakra: la sua funzione più importante è relativa all’affermazione personale ed all’esercizio del potere individuale rispetto al sociale ed all’ambiente in generale (indica la realizzazione della persona, quanto la persona vede realizzabile il suo desiderio di vita, quanto una persona vuole e desidera combattere per se stesso, quanto una persona si ama).
E a chi non è successo di sentire Un peso sul petto, come quello delle protagoniste del libro di Vittoria A.? Quarto chakra: quando non funziona bene si tenderà ad esprimere sentimenti d’odio e rancore, oppure di freddezza, indifferenza od insensibilità.
Vi risparmio descrizioni ed esempi per gli ulteriori chakra, sarebbe veramente inopportuno da parte mia, dato che non ne so nulla, ma se volete, in rete c'è una mare di informazioni. Io ne ho appreso alcune da qui e da qui e da qui.
P.S.: per dovere di cronaca, devo riconoscere a Esse, la formatrice dei chakra, il merito di avermi fatto divertire dai matti nei tre giorni successivi, facendomi ballare come non mi capitava da anni, facendomi prendere contatto con ogni parte del mio corpo e facendomi sfogare tutto lo stress accumulato in mesi e mesi. Grazie magia Esse!